Salute e Benessere

Stress da rientro dalle vacanze? Colpisce un italiano su 3: i sintomi

Ogni anno, sono circa 6 milioni gli italiani che affrontano lo stress da rientro dalle vacanze, una condizione momentanea che colpisce il 35% della popolazione.

Il ritorno alla quotidianità dopo le vacanze estive rappresenta per molte persone una fonte di stress che può durare anche per settimane intere. E’ una condizione molto diffusa e ne soffrono in modo particolare coloro che fanno attività faticose dove non è possibile rientrare gradualmente.

L’ideale infatti sarebbe reinserirsi nel quotidiano a piccoli passi, lasciando spazio a momenti di svago che ci fanno stare bene.

Stress post vacanze: i sintomi comuni e quelli più gravi

I sintomi da rientro sono piuttosto variegati e possono manifestarsi in maniera più o meno grave. Parliamo di ansia, stress, apatia, nervosismo, depressione, affaticamento, perdita di attenzione, difficoltà di concentrazione e irritabilità.

Sintomi più gravi sono l’isolamento sociale e gli attacchi di panico. Di solito lo stress da rientro si dovrebbe risolvere in una o due settimane, ma se il sintomo persiste è utile farsi aiutare da un esperto per capire se c’è qualcos’altro che non va.

Anche i bambini soffrono della sindrome da rientro e in particolare coloro che hanno avuto il privilegio di fare una lunga vacanza dove il ritmo sonno veglia era molto diverso da quello abituale.

I bambini devono gradualmente riprendere contatto con gli amici di sempre, fare qualche piccolo acquisto per la scuola, dedicarsi all’esercizio fisico, dormire di più e dare un’occhiata ai compiti ma senza stress. Gli anziani al rientro dalle vacanze fanno più fatica a ritrovare un equilibrio psicofisico e hanno bisogno di aiuto per tornare alla routine quotidiana.

Gli adulti invece devono prendersi del tempo per reinserirsi e non rientrare dalle vacanze il giorno prima dell’inizio del lavoro. Fare attività fisica fa sempre bene, curare l’alimentazione, non caricarsi di impegni e se possibile rientrare a lavoro a metà della settimana avendo così un graduale reinserimento; mantenere il corpo in uno stato di semi vacanza, cercando di fare ancora qualche passeggiata in collina o al mare e non disfare del tutto le valigie.

Il lavoro ci nobilita e senza il lavoro perdiamo la nostra identità sociale; una persona senza lavoro è una persona a metà. Perdere il lavoro è la vera fonte di malessere psicologico quindi ben venga l’ansia da rientro e sentiamoci fortunati di poterla sperimentare.

Catia Liburdi

Laurea magistrale in Psicologia e in Scienze Politiche e Relazioni internazionali. Specializzata in psicodiagnostica, Master in psicologia del lavoro e delle organizzazioni. Consulente tecnico del Tribunale di Roma. Autrice del libro sul tema dell’Alzheimer “La memoria negata” 2020 - F. Angeli Editore. Impegnata nel sociale a difesa dei diritti dei più deboli e contro ogni discriminazione.

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