Stretta finale su Mafia Capitale. Il verdetto spetta alla Cassazione
Il procuratore Birritteri chiede di confermare le condanne per Carminati e Buzzi: le caratteristiche dell’associazione mafiosa ci sono tutte
Mafia Capitale all'atto finale. Riprende, infatti, in Cassazione la maxi-udienza per il processo sul Mondo di mezzo avviata nel 2010 dalla Procura di Roma che fece emergere gli affari per decine di milioni di euro tra crimine organizzato, imprenditori, colletti bianchi, politici e personaggi della destra eversiva. La Suprema Corte – su ricorso degli imputati, tra i quali l’ex Nar Massimo Carminati e il ras delle cooperative romane Salvatore Buzzi, condannati in appello con l’aggravante mafiosa – è chiamata a confermare o meno l’accusa di mafiosità. Nonostante il riconoscimento dell’aggravante mafiosa per molti dei 43 imputati, la sentenza di secondo grado aveva ridotto le pene per Buzzi (da 19 anni a 18 e 4 mesi) e Carminati (da 20 anni a 14 e sei mesi).
“Le caratteristiche del 416bis ci sono tutte” ha detto, durante la sua requisitoria, il procuratore generale della Cassazione, Giuseppe Birritteri, chiedendo la conferma di 17 condanne su 18 degli imputati per Mafia. Secondo il pg l’organizzazione che faceva capo a Buzzi e Carminati è da qualificare come un’associazione di stampo mafioso, “con caratteristiche che rientrano perfettamente nel paradigma normativo previsto dal 416 bis del codice penale”.