Stupro ad Anzio, aggressore incastrato dal Dna: doveva essere espulso
Era già stato condannato per stupro l’uomo che violentò e picchiò una diciottenne ad Anzio lo scorso maggio. Doveva essere espulso perché immigrato irregolare
Meno di un mese fa, sul litorale di Anzio nei pressi di una baracca, una ragazza di 18 anni subiva violenza sessuale. Dalla descrizione fornita e dopo incessanti ricerche, gli agenti della polizia della IV Sezione della Squadra Mobile insieme agli agenti del commissariato di Anzio, il colpevole è stato arrestato.
L’uomo, trentadue anni, era già stato in carcere condannato per lesioni, rapina, violenza sessuale. Non solo, l’uomo risulta essere immigrato irregolarmente in Italia e dunque soggetto al rimpatrio coatto. Eppure era ancora su suolo Nazionale.
Stupro ad Anzio, il Dna che inchioda l’aggressore
A contribuire all’arresto dello stupratore, le tracce biologiche lasciate sulla giovane. La ragazza, infatti dopo aver subito violenza ha trovato la forza di denunciare. Trasferita attraverso il “codice rosa” per le donne vittime di violenza, in ospedale è stata medicata e visitata.
Da un primo riscontro il Dna dell’uomo non compariva nella banca dati, inspiegabile considerato i precedenti per violenza sessuale.
Le indagini, quindi si sono concentrare sul territorio, seguendo tutti i dettagli forniti dalla ragazza e che hanno permesso di recuperare materiale biologico su alcuni “soggetti isolati”.
Questa volta, il Dna raccolto e quello sulla vittima risultano compatibili al 100 per cento.
L’uomo non era scappato, era ancora in zona
Il 32enne dopo aver colto alle spalle la giovane, l’aveva violentata, rapinata e picchiata. Ma sprezzante della legge, non solo non era fuggito, prendeva spesso i mezzi pubblici, era in giro per le strade di Anzio ignaro che la polizia fosse sulle sue tracce. Il fermo è arrivato nella mattina di domenica 9 luglio, nei pressi della stazione ferroviaria di Aprilia. L’uomo era diretto a Termini.
Aggredita mentre tornava a casa, la storia della giovane
Lo scorso 12 maggio, la ragazza stava tornando a casa dopo un normale pomeriggio con le sue amiche. Scesa dall’autobus, per tornare a casa aveva scelto di passare per una stradina di campagna che dalla Nettunense collega un quartiere residenziale. La zona, nel corso del tempo però è diventata sede di una serie di malviventi che la usano come piazza di spaccio. Per quella via sono già molte le testimonianze di persone aggredite e rapinate.
La ragazza era al telefono con una sua amica quando, colta alle spalle è stata brutalmente picchiata e violentata. A dare l’allarme la madre della giovane preoccupata perché la ragazza non rispondeva al telefono nonostante avesse assicurato che era sulla strada del ritorno.
A trovarla in stato di choc e con diverse escoriazioni, la polizia.