È passato più di un anno da quando una 16enne era stata prima drogata con il Gbl (la cosiddetta “droga dello stupro”) e successivamente abusata da parte di cinque ragazzi durante una festa organizzata in una villetta privata a Primavalle a Roma, durante la notte di San Silvestro del 2020.
La giovane, divenuta nel frattempo maggiorenne, ha tentato di elaborare il trauma: è tornata a studiare in Spagna, lontano da Roma, per iniziare una nuova vita e si è diplomata a pieni voti. Ma come riporta la Repubblica, la giovane ha continuato ad avere problemi psicologici gravemente invalidanti legati alla violenza subìta, come difficoltà di concentrazione, ansia, depressione, disturbi del comportamento alimentare e autolesionismo. La ragazza avrebbe cercato di togliersi la vita ferendosi nell’istituto spagnolo. L’episodio, secondo la Repubblica, risale a settembre scorso. Vergogna, senso di colpa, paura, difficoltà a relazionarsi che le sono sembrati insuperabili nonostante l’appoggio della famiglia e il sostegno degli psicologi. “È tutta colpa mia” avrebbe detto ai soccorritori dopo il gesto estremo.
Il 22 novembre intanto, avrà inizio il processo per lo stupro. L’imputato maggiorenne, di 20 anni, è accusato di lesioni e violenza sessuale di gruppo nei confronti della ragazza, all’epoca 16enne. Il giovane, agli arresti domiciliari da fine gennaio, è accusato dello stupro insieme ad altri due ragazzi non ancora maggiorenni la notte del fatto.
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