Si è appena conclusa una delle sfide più calde della stagione per la Roma, una sfida che valeva molto sia in termini sportivi sia in termini economici. La sfida del Camp Nou contro il Barcellona, infatti, dopo il pareggio nel pomeriggio del Bayer Leverkusen, significava mettere un piede agli ottavi di finale di Champions League che avrebbero garantito 30 milioni di euro alle casse giallorosse. Non è andata per il meglio, come molti pronosticavano il Barca ha dominato e strappato i 3 punti che le garantiscono la qualificazione e il primo posto del girone E. Niente sconti, i blaugrana non perdonano. La partita è come un déjà-vu, un déjà-vu che ci riporta agli ultimi passati scontri delle italiane su questo campo di battaglia. Si, proprio così, nelle ultime nove gare dal 2004, in quella definita l’”Era Messi”, da quando la Pulce milita nella prima squadra, nessuna compagine italiana è tornata in patria con i 3 punti. Nove sono in totale le gare disputate da club italiani a Barcellona, da quando l’argentino fa impazzire i propri tifosi, solo 2 pareggi e 7 sconfitte. Da qui sono passate Udinese(1), Inter(2) e Milan(6), ma mai hanno trionfato, solo i rossoneri hanno strappato gli unici due pareggi. Un déjà-vu che ritorna, si afferma e stasera strapazza anche i cuori giallorossi.
La Lupa non azzanna, non morde e non ringhia sugli avversari, quegli avversari, detentori del titolo, che per molti tratti sembravano imprendibili. Tutto ciò si è tradotto in una sconfitta, maturata a causa delle reti di Suarez (doppietta), Messi (doppietta), Pique e Adriano. La difesa della Roma rimane statica e la squadra di Luis Enrique quasi si diverte nei fraseggi nello stretto, ma soprattutto nei tagli in verticale a scavalcare la difesa, ed è proprio così, con due azioni da manuale del calcio, che nascono i primi due gol che il Barca mette in cascina in soli 2 minuti. Garcia invita i suoi a non perdere l’uomo ma la velocità degli avversari sembra quasi di un’altra categoria. La Roma sembra non avere le armi giuste per pressare i portatori di palla che riescono sempre a gestire al meglio il proprio tiki-taka; basta pensare che nella prima mezz’ora il possesso palla dei padroni di casa sfiora il 75% mentre rare sono le occasioni giallorosse, appena 3 in tutti i 90 minuti.Prima della fine del primo tempo arriva il 3-0, con Suarez che sfrutta al meglio una ribattuta della difesa e calcia di collo pieno verso la porta, altra perla. Esaltare le qualità dell’avversario non giustifica la Roma, soprattutto in fase arretrata, che da inizio stagione ha subito già 31 reti e che molte volte sembra spaesata anche nei movimenti che appaiono come i più semplici. Nel secondo tempo la partita si trasforma in un allenamento per il Barca che non è ancora sazio e detta legge in campo e, come nel primo, in 3 minuti realizza altre due reti, stavolta a punire sono Pique e Messi. Ad un quarto d’ora dalla fine c’è gloria anche per Adriano che realizza il 6-0 sfruttando la ribattuta sulla parata di Szczesny sul penalty calciato da Neymar. Protagonista anche Ter Stegen che al 81’ para un rigore a Dzeko, che però trova il gol della bandiera all’ultimo secondo di testa su un cross di Digne.
Festa a Barcellona da cui la Roma ritorna sicuramente con qualche certezza in meno, ma con una in più: nella capitale, la sfida contro il Bate è uno spareggio da dentro o fuori che nella peggiore delle ipotesi (vittoria del Bayer Leverkusen contro gli spagnoli) potrebbe finire con l’esclusione da entrambe le competizioni europee della Roma. Testa all’Atalanta, predica adesso Garcia, ma sarà dura non pensare ad una sconfitta così pesante e che potrebbe pesare per l’intera stagione.
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