Categorie: Politica

Super Mario testimonial dello ius soli

Ogni epoca ha i suoi protagonisti.
Noi, tra gli altri, abbiamo Mario (Barwuah) Balotelli.

Nato a Palermo da genitori ghanesi il 12 agosto 1990, è un calciatore italiano, attualmente attaccante del Milan e della Nazionale Italiana.
Alla maggiore età, ha ottenuto la cittadinanza italiana.

E, da quest'anno, è testimonial dello ‘ius soli’.
Con questa locuzione latina, si intende, sia nel linguaggio giuridico sia in quello politico, il principio secondo il quale è cittadino chiunque nasca nel territorio di uno Stato, indipendentemente dalla cittadinanze dei genitori. Diversamente dallo ‘ius sanguinis’, che pone in risalto, al fine dell’acquisizione della cittadinanza, l’elemento della discendenza e della filiazione, per cui è cittadino il figlio di genitori in possesso della cittadinanza, i minori adottati da cittadini, e così via.

Secondo Cecile Kyenge, ministro dell’Integrazione del Governo Letta, c’è bisogno, quanto prima, di produrre una legge sulla cittadinanza basata sullo ius soli, perché “è la società che la chiede”. Tanto che un ddl potrebbe essere pronto già nelle prossime settimane.
“Non è detto che riuscirò, bisogna trovare i numeri per farlo approvare”, ha dichiarato il ministro.

E per portare avanti questa ‘battaglia politica’ c’è bisogno di un testimonial d’eccellenza, di un simbolo dell’integrazione, affinché il messaggio sia ben accolto da tutti.
E allora chi, se non Super Mario Balotelli?
“Mi sembra una buona idea. Non lo conosco personalmente – ha detto la Kyenge durante la trasmissione di Lucia Annunziata – so che lui sta subendo atti di razzismo, ma riesce a testa alta a dare un forte contributo all'Italia, che è il nostro Paese".

E Super Mario risponde ‘sì’ alla proposta del ministro e scende in campo. Ma stavolta per la campagna in favore dello ius soli.
“Sono sempre disponibile – ha dichiarato all’ANSA – per la lotta al razzismo e alle discriminazioni”.

Ma per Cecile Kyenge, non basta. Alla trasmissione ‘In mezz’ora’ di Lucia Annunziata, il ministro ha anche affrontato altri temi.
“Dovrebbe essere abrogato” anche il reato di clandestinità. “Non è comunque una cosa di mia competenza – ha precisato – bensì del ministro Alfano. Ma lavoreremo sicuramente insieme”.
Inoltre, bisognerebbe rivedere l’amministrazione dei Cie.

Il premier Enrico Letta, però, ha ribattuto che il tema gli è molto caro, “ma alcune di queste materie sono fuori dal discorso programmatico e su questi temi occorre che ci siano delle discussioni e dei dibattiti e non è detto che si possano trovare delle intese. Stessa cosa per il reato di immigrazione clandestina”.

Redazione

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