Salute e Benessere

Superfood: batata, la patata dolce “americana” dalle qualità straordinarie

Nonostante il nome, le patate dolci, note anche come batate, non sono tuberi come le patate comuni, ma radici tuberose che appartengono ad una differente famiglia vegetale (Convolvulacea).

La patate americana, la batata

Le patate dolci sono conosciute anche come “patate americane”, in quanto originarie dell’America tropicale e importate successivamente in Europa. Ad oggi i suoi maggiori coltivatori sono Spagna e Portogallo, ma, anche in Italia sono presenti nella Pianura Pontina, in Puglia e nel Veneto.

Presenta un colore che varia dal giallo, all’arancione, al marrone, al viola in virtù dell’elevato contenuto di carotenoidi e antiossidanti. Il suo sapore è dolce perché ricche in zuccheri ma, nonostante ciò, ha un indice glicemico più basso grazie all’ottima quantità di fibre contenute. Oltre a discreti quantitativi di potassio, fosforo, manganese, magnesio, ferro e zinco, 100 gr. di batata rossa contengono quasi il triplo del fabbisogno quotidiano di vitamina A e un terzo del fabbisogno di vitamina C di un adulto.

Un concentrato di sostanze antiossidanti

Ma è soprattutto l’elevato contenuto di sostanze antiossidanti (in particolare flavonoidi e antociani) a renderla un superfood, prezioso alleato nella lotta contro i radicali liberi. A questa forte attività protettiva e antiossidante si aggiunge anche quella antinfiammatoria: in studi condotti su animali, ad esempio, è stato visto come i fitonutrienti della batata siano particolarmente in grado di sfiammare i tessuti cerebrali e nervosi. 

A differenza della patata classica, la batata può essere consumata anche dai soggetti diabetici: la polpa infatti è ricca di carboidrati complessi e fibra, che il corpo trasforma e assorbe più lentamente rispetto alle patate tradizionali. Recenti studi, inoltre, hanno evidenziato come, in questi soggetti, il consumo di batata determini un aumento considerevole di adiponectina nel sangue, un ormone prodotto dalle nostre cellule adipose che migliora la sensibilità all’insulina ed è spesso carente nelle persone insulino- resistenti.

Meglio consumare la batata con la buccia

Va consumata con la buccia: è in questa infatti che troviamo una sostanza, il cajapo, che sembra in grado di ridurre glicemia basale, l’emoglobina glicata e la colesterolemia in individui affetti da diabete mellito tipo 2.
E’ curioso come i maggiori consumatori al mondo di batata siano gli abitanti di una regione del Giappone, Kagawa, che sembrano essere liberi da alcune patologie come l’anemia, l’ipertensione e il diabete.

Per potere godere a pieno di questi effetti, però, bisognerebbe consumarla a crudo, magari tagliata a julienne e condita con Olio extravergine d’oliva, sale e limone, oppure grattugiata o tagliata a fettine sottili per poi aggiungerla a una insalata mista.

Studi confermano la sua efficacia contro il tumore

E sempre in Giappone alcune ricerche hanno associato il consumo di patata americana all’abbassamento del rischio di sviluppare tumore al seno. Inoltre in virtù del loro contenuto di potassio e manganese (anche più delle banane), favoriscono un buon controllo pressorio. L’assenza quasi totale di proteine e l’abbondanza di fibre e amidi fanno sì che la patata dolce possa essere annoverata nel “macro-gruppo” dei carboidrati ed è dunque consigliabile consumarla in associazione ad una fonte proteica e a una porzione di vegetali all’interno di uno dei tre pasti quotidiani.

E’ un alimento davvero versatile, con un sapore a metà tra la patata e la zucca. Si può cucinare in molti modi (grigliata, al forno, bollita, fritta), può essere mangiata cruda e impiegata persino nella preparazione di dolci, gnocchi oppure aggiunta a zuppe e minestre.

Se le consumiamo cotte dobbiamo sempre aggiungere (in cottura o al termine di questa) olio EVO che facilita l’assorbimento dei carotenoidi. Per preservarne a pieno le proprietà l’ideale è il consumo a crudo o al vapore, in cui in solo due minuti, si disattivano dei particolari enzimi capaci di depotenziare la funzione degli antociani presenti nella batata. Ma anche la frittura casalinga, spesso ingiustamente demonizzata, può essere una valida alternativa: essendo un metodo di cottura rapido, previene la dispersione e la perdita di antiossidanti, minerali e vitamine. In ogni caso anche una cottura in forno o su piastra con rosmarino e spezie aromatiche garantirebbe un piatto molto sfizioso, seppur con qualche riduzione delle proprietà antiossidanti. Non possiamo che considerarla un’alternativa più salutare ma altrettanto gustosa alle classiche patate.

Dario Amodio

Dietista e Biologo nutrizionista. Ha collaborato come Nutrizionista presso l’Istituto Nazionale Tumori “Fondazione G. Pascale”. Ha lavorato presso l’IRCCS - IDI di Roma ed è attualmente Docente e Coordinatore del Master di II livello di Medicina Integrata presso Università Telematica San Raffaele di Roma. Si occupa da anni di prevenzione e terapia nutrizionale in numerose patologie, in particolare in campo oncologico.

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