Ogni volta che la cronaca ci racconta un accadimento drammatico relativo al malessere o ancora peggio al decesso di una persona che ha mangiato pesce crudo, sushi, o comunque alimenti non cotti, torna attuale il tema della pericolosità delle infezioni parassitarie.
Una volta si pensava alle parassitosi intestinali come a patologie tipiche dei paesi in via di sviluppo, le cui tecnologie di produzione e conservazione degli alimenti, insieme ai protocolli di controllo, è possibile che non rispondessero a standard di massimo livello.
In parte è vero ancora oggi, ma c’è dell’altro.
La facilità di afflusso di grandi quantità di prodotti alimentari anche dagli angoli più remoti del pianeta aumenta oggi il rischio di incontrare prodotti che, per mille ragioni, non sono sicuri per la salute. E questo vale soprattutto per alcuni alimenti come appunto il caso del pesce crudo e del sushi.
Ovviamente la velocità e la facilità nello scambio di tradizioni, merci e conoscenze fra i popoli è un fatto grandemente positivo ma ha i suoi rischi. Ce ne siamo accorti da poco e ne abbiamo pagato gravi conseguenze. E’ successo anche in passato, penso alla terribile peste del ‘300 in Europa, che si diffuse attraverso le rotte commerciali provenienti dalla via della seta. Si attribuisce alla Repubblica di Venezia, proprio in quel periodo storico, l’adozione della quarantena come tentativo di difesa dalla diffusione di malattie pericolose. Penso anche alle influenze Asiatica e Spagnola, come esempi più recenti e più noti.
Da medico sostengo tutti i giorni che delle buone difese immunitarie sono un aiuto determinante nel proteggerci dall’aggressione degli agenti infettanti presenti nell’ambiente. L’equilibrio della flora batterica intestinale è un fattore cruciale nei nostri meccanismi di protezione. Nell’ intestino vive una quantità enorme di varie specie di microrganismi, una parte dei quali è potenzialmente patogena. La loro presenza ci è utile ma rimangono innocui finché l’equilibrio con le altre specie presenti non consente loro di proliferare troppo diventando pericolosi. Quindi l’equilibrio dell’ambiente intestinale è sinonimo di salute.
Cosa lo può alterare? I fattori più frequenti sono lo stress, le abitudini alimentari disordinate e alcune terapie farmacologiche. L’assunzione prolungata di antibiotici fai da te, per esempio,senza un diretto controllo medico è un rischio ed è un comportamento che riscontro troppo spesso nella mia pratica clinica quotidiana. L’alimentazione scorretta, poi, è ancora più diffusa, purtroppo.
Il tema è importante e complesso da discutere perciò limitiamoci a ragionare su cosa fare per aumentare la nostra sicurezza. Ora, aldilà di eventi gravi, per i quali esistono terapie farmacologiche specifiche indispensabili quando l’infezione supera le nostre capacità di difesa, possiamo migliorare la nostra resistenza con piccoli accorgimenti molto efficaci.
In caso di infezione intestinale, il primo obiettivo è eliminare il più rapidamente possibile l’intruso.
Primo: non dimentichiamo che gli anticorpi sono in massima parte fatti di proteine, una loro carenza, quindi, riduce le capacità dell’organismo di produrne.
Secondo (questo farà arricciare qualche naso): l’aglio è un alimento essenziale. E’ dotato di una forte azione vermifuga e disinfettante per il contenuto di alliina, isoalliina e cicloallina. L’azione più potente (e qui si solleveranno anche molte sopracciglia) la svolge da crudo. L’ideale è ingerirlo intero, prima dei pasti principali, completo di pellicina. Questo lo protegge dalla distruzione a livello gastrico consentendogli di arrivare nell’intestino con il massimo del suo potenziale. Inoltre la pellicina protegge dal sentirne il sapore, lì per lì, e dagli effetti sull’alito, più tardi. Inoltre è anche bene usarlo in cottura soffriggendolo insieme all’olio extravergine e, per completare un forte tris di difensori, a un pizzico di peperoncino.
Terzo: attenzione agli eccessi di zuccheri. Quasi tutti i microorganismi se ne nutrono e, guarda caso, nei pazienti infestati la glicemia tende a salire, fornendo così l’energia all’ospite indesiderato. Quindi stop a dolci, alcool e zucchero. Drastica riduzione degli amidi (pasta, riso e patate) e della frutta ad eccezione di agrumi e kiwi che sono molto ricchi di vitamina C, utilissima in questi casi.
Quarto, e ultimo consiglio: assumere regolarmente (circa tre-quattro volte a settimana) melagrana, meglio mangiare i chicchi interi che prendere la spremuta e la curcuma, che è di aiuto al sistema immunitario.
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