Taralleria Napoletana: da Nonno Leopoldo a oggi, una lunga storia d’amore

Taralleria Napoletana, una promessa fatta da chi quest’arte la ama e la custodisce a chi quest’arte l’ha insegnata, trasmessa e tramandata

Taralleria Napoletana

E’ arrivata la stagione del sole e del mare ed anche quest’anno siamo andati a fare una passeggiata a Napoli. Passeggiando sul lungomare piuttosto che tra i vicoli del centro storico cosa c’è di meglio che sgranocchiare un buon tarallo caldo n’zogna e pepe?

La Taralleria di Leopoldo Infante

Il tarallo è forse lo street food napoletano per eccellenza, friabile, saporito e nutriente. Nasce come cibo povero per recuperare i ritagli della panificazione oggi è un simbolo della città come la pizza o il babà. Il suo profumo inebria le strade fin dal 1800 e tra i taralli più antichi ed apprezzati ci sono quelli della famiglia Infante, tarallari fin dal 1940 grazie a Leopoldo Infante.

Leopoldo si innamorò della figlia di un fornaio che ben presto divenne sua sposa ed insieme aprirono una piccola bottega in Vico Tagliaferri. Tra i tanti carretti che giravano per le vie di Napoli al grido:” Taralle, taralle cavere!”, si distinguevano per l’inconfondibile profumo proprio i loro taralli.

Questo è l’inizio di una lunga storia d’amore… Nel tempo Leopoldo diventa un vero Maestro tanto che alla fine degli anni 60 decise di ingrandirsi ed aprire il suo primo negozio in via Foria, “la via degli artigiani”; nacque così “La Bottega del Tarallo”. Negli anni successivi la Bottega acquistò grande notorietà e Leopoldo, nel frattempo diventato anche Nonno, decide, ad inizio anni 80, di lasciare le redini ai suoi eredi che, in suo onore chiamarono la bottega: “Tarallificio Leopoldo”.

Oggi è diventata la Taralleria Napoletana ed è una vera e propria azienda che vanta sette store in punti strategici della città, tre laboratori e quasi cento dipendenti, grazie alla passione e alla lungimiranza di Leopoldo Infante, omonimo nipote del fondatore, con il supporto della sorella Nunzia e con l’aiuto di papà Gianni, ancora alla guida del primo storico punto vendita di via Foria.

Noi siamo andati in via San Biagio dei Librai dove c’è il punto vendita principale nonché LabShop, nato per difendere e dare nuova vita all’antica arte tarallara, per scoprire qualcosa in più di questo tarallo così speciale.

Un viaggio a Napoli per scoprire i taralli

Ad accompagnarci in questo viaggio è Simona, direttrice del punto vendita di piazza San Domenico Maggiore, a pochi metri da dove siamo, nel cuore pulsante del centro storico di Napoli: Spaccanapoli.

Bentrovata Simona, cos’è oggi la Taralleria Napoletana?

La nostra storia nasce in via Foria, infatti il tarallo classico porta il nome di Foria 212 ed è fatto con strutto di maiale, pepe e mandorle. Da questo tarallo parte l’innovazione e la voglia di portare in giro per il mondo le ricette tradizionali napoletane attraverso il tarallo appunto. Così abbiamo la genovese, i friarielli e i peperoni oltre al pesto di basilico ed altro.

Ci stiamo divertendo anche a proporre i nostri taralli non con le classiche bibite come il vino o una birra ma anche con i cocktail. Un modo di gustare i taralli anche in modo gourmet, infatti abbiamo creato anche il tarallo speciale con sugna di maialino nero casertano, pepe di Sichuan e mandorle di Noto.

Anche il tarallo segue l’innovazione

Come ci hai appena accennato, anche per i taralli vale il discorso: dalla tradizione all’innovazione. Come si è evoluto negli anni?

E’ stata la voglia di inserire la tradizione napoletana all’interno del tarallo e portarla in giro per l’Italia e per il mondo. Il punto vendita di San Domenico Maggiore nasce proprio per far degustare i nostri taralli gourmet con un aperitivo, è il nostro modo di proporre la tradizione napoletana ma in modo gourmet. Ci piace ospitare i clienti nei nostri store, fargli degustare i nostri taralli, serviti con lo “sportino” (utensile dove i taralli vengono inanellati uno sopra l’altro) e una brochure con i gusti dei taralli.

Insieme, inoltre li omaggiamo con taglieri che presentano prodotti tipici come i pomodori secchi, patè di friarielli o altro, sapientemente abbinati ad una tipologia diversa di tarallo. Senza presunzione, siamo i Re dei taralli a Napoli è quindi giusto offrire un qualcosa di diverso a chi ci viene a trovare. I nostri taralli non sono tutti uguali proprio perché fatti a mano uno per uno e l’imperfezione è la loro bellezza.

Artigianato è sinonimo di qualità

Come ci hai appena detto, tutti i taralli vengono fatti a mano, ci puoi svelare come?

Assolutamente, vengono tutti fatti a mano qui nel LabShop di via San Biagio dei Librai dove ogni giorno i nostri tarallari lavorano proprio davanti ai nostri clienti. C’è la preparazione dell’impasto, la realizzazione delle ricette come, ad esempio la genovese che viene cotta per 2/3 ore, oppure il pomodorino che viene cotto alla pizzaiola per ore, poi c’è l’intreccio ed infine la prima cottura ed infine vengono biscottati.

Non usiamo aromi artificiali, non usiamo polveri, i nostri taralli sono tutti fatti secondo le ricette originali. Lo stufato di cipolle viene aggiunto nell’impasto per i taralli alla genovese; per quelli ai friarielli, i friarielli vengono prima saltati in padella con aglio olio e peperoncino; e così via…

In questi ultimi anni abbiamo iniziato a pensare anche ai vegani, ai vegetariani, agli intolleranti al glutine, così abbiamo creato 5 tipi di tarali con olio d’oliva al posto della sugna. C’è il giamaicano con farina di canapa e olio d’oliva, ottimo da abbinare con il pesce; oppure l’integrale, con farina biologica integrale; il vegano con olio mandorle e pepe; poi quello al basilico ed infine il tarallo con il pomodorino giallo del Piennolo.

La tradizione di famiglia

Questo con il pomodorino del Piennolo e quello con i friarielli sono gli unici che hanno anche il peperoncino all’interno. Il tarallo con il pomodorino presenta anche il formaggio.

Tutte le ricette originali sono tramandate da generazione in generazione dalla famiglia Infante, mentre le ricette più attuali sono studiate e realizzate da Leopoldo Infante. Di tanto in tanto proponiamo anche delle ricette stagionali come, per esempio i taralli alla Nerano, zucchine e provolone oppure l’allardiato. Lo scorso anno, in occasione della vittoria dello scudetto Leopoldo ha creato il tarallo “ricomincio da tre” con olio aglio e peperoncino.

Il tarallo è buono sia salato che dolce

Avete anche taralli dolci?

Certamente! Il tarallo dolce per eccellenza e uno dei più antichi è il roccocò che viene ancora intrecciato a mano dal nostro tarallaro ed è un tarallo molto profumato perché all’interno presenta il pisto, un battuto di erbe aromatiche come i chiodi di garofano, la cannella, l’arancia oltre alle mandorle. Il roccocò è molto duro proprio per la presenza di questo pisto, se vi capita morbido vuol dire che non è stato usato! Poi abbiamo i taralli nasprati anticamente chiamati “arrotola e vengo” perché venivano fatti proprio sui carretti tramite una ruota particolare che li arrotolava appunto, prima di essere cotti e poi venduti.

Il tarallo nasprato è il tarallo classico in versione dolce, dove viene eliminato il pepe e poi nasprato al limone o al cioccolato. Il naspro è zucchero aromatizzato, diverso dalla classica glassatura, che mantiene il tarallo molto più leggero. Infine, c’è il tarallo “da latte” perché sempre anticamente veniva inzuppato nel latte ed è il nostro tarallo frollo. Nella nostra versione mettiamo anche delle gocce di cioccolato all’interno ed è ottimo per colazione o merenda con un tè o un cioccolato caldo.

Ho notato che anche per le confezioni c’è molta cura ed attenzione.

Il confezionamento studiato in ogni particolare per far sì che i taralli si mantengano a lungo senza perdere le loro qualità. Ogni tarallo viene confezionato singolarmente in piccole bustine fatte con una carta particolare che li mantiene fino a 90 giorni, tutte chiuse ed etichettate secondo la tipologia. Poi vengono sistemati in eleganti scatole di varie dimensioni per un bellissimo regalo.

Il tarallo napoletano nel mondo

Progetti per il futuro? Avete mai pensato di aprire punti vendita anche fuori Napoli?

Già siamo stati negli Eataly di Roma, Torino e, ancora oggi, siamo presenti a Milano con un nostro corner. Siamo arrivati anche a Londra e Monaco di Baviera e si prospetta Parigi nel futuro. Nei nostri corner facciamo anche degustazioni e spieghiamo cos’è il tarallo napoletano e devo dire che le cose vanno abbastanza bene, c’è molta curiosità. Inoltre, attraverso il nostro sito c’è la possibilità di acquistare tutti i nostri prodotti.