Tarquinia, Regione Lazio dice no al termovalorizzatore
Dopo una lunga attesa i comitati e il Comune di Tarquinia hanno festeggiato la vittoria del rigetto dell’istanza
Arriva il no da parte della Regione Lazio al termovalorizzatore da costruire al confine con Civitavecchia grazie al rigetto dell’istanza di Valutazione di Impatto Ambientale dell’Inceneritore. I comitati e il Comune di Tarquinia hanno proclamato vittoria contro il progetto sin dal primo giorno.
A fine gennaio 2021 i comitati risposero alle controdeduzioni di A2A Ambiente spa ribadendo con forza le loro motivazioni. A seguito della conferenza dei servizi del 30 giugno 2020 la A2A Ambiente Spa ha chiesto e ottenuto dalla Regione Lazio, un termine di 180 giorni, per avere un riscontro.
Le parole dei comitati
I comitati commentano la bocciatura così: “Fine della triste storia Italia Nostra onlus sezione Etruria, con Marzia Marzoli, Forum Ambientalista con Simona Ricotti, Comitato Farnesiana con Marco Tosoni, Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia con Nicola Bonaiuto, Comitato per la difesa della Valle del Mignone Bianca Stefancu. Dopo lunga attesa è arrivata la comunicazione di rigetto dell’istanza di Valutazione di Impatto Ambientale dell’Inceneritore a Tarquinia.
Questo è il risultato della battaglia condotta dalle Associazioni, dai comitati di cittadini, dai sindaci, in primis da quello di Tarquinia, e dei consiglieri regionali del territorio che, con determinazione, hanno affermato la contrarietà all’opera nei modi e nelle sedi preposte”.
I comitati, inoltre, ricordano: “La procedura era stata avviata nel luglio del 2019 con il deposito della documentazione da parte della A2A Ambiente Spa, per un progetto di un mega inceneritore a Tarquinia in località Pian D’Organi, su una superficie di 433.478 mq., che prevedeva la costruzione di mc 866.956 di volumi impiantistici di cui una ciminiera alta 70 mt., due FORNI con una potenza complessiva di 200 Mwt che avrebbero bruciato 62 T/ora per un totale di 540.000 Ton/anno di rifiuti speciali non pericolosi, con 122.000 tonnellate/anno di ceneri pesanti e 40.000 tonnellate/anno di ceneri leggere di risulta dalla combustione e con un traffico previsto di 32.698 camion per il trasporto dei rifiuti (circa 90 camion al giorno)”.
Continuano poi dichiarando: “Sono poi seguite varie fasi dati i tanti rilievi ben motivati che si sono accumulati durante la procedura della Valutazione d’Impatto Ambientale. Molti di questi rilievi sono stati presentati dalle amministrazioni e dalle associazioni contrarie all’opera. L’iter si era poi interrotto a causa della pandemia ed oggi, la Regione Lazio, ha reso noto il formale rigetto del progetto”.
I portavoce dei comitati
I portavoce dei comitati e delle Associazioni affermano infine: “E’ con grande soddisfazione che apprendiamo questa notizia. È un’importante battaglia vinta e condotta per affermare che il nostro territorio ha già dato in termini di sacrifici. Ha già dato perché proprio qui c’è ancora il polo energetico tra i più grandi di Europa, alimentato a carbone e a gas, che unitamente al porto di Civitavecchia, lasciano pesanti criticità ambientali in eredità. Ci aspettiamo ora, medesimo esito per il procedimento del biodigestore di Ambyenta Lazio, a valle del quale avremo la possibilità di sperare e costruire un futuro diverso per il nostro territorio”.