Categorie: Cultura

Teatro Arcobaleno, “Sostieni la Cultura…la Cultura sostiene te…”

“Sostieni la Cultura…la Cultura sostiene te…” E’ lo slogan con cui Vincenzo Zingaro promuove la nuova Stagione 2017/18 del Teatro Arcobaleno (Centro Stabile del Classico), in gemellaggio con il Calatafimi Segesta Festival. Una stagione ricca di  spettacoli che spaziano dal teatro classico antico ai grandi autori del ‘900, confermando il ruolo di primaria importanza che il Teatro Arcobaleno svolge nel panorama teatrale italiano, come spazio interamente dedicato ai classici. Si apre con L’asino D’oro di Apuleio, regia di Francesco Polizzi, appassionante e fiabesca allegoria del percorso spirituale dell’uomo; un grande ritorno, Sonata A Kreutzer di Tolstoj, con Alvaro Piccardi, spettacolo fortemente emotivo, che ha ottenuto importanti riconoscimenti; poi l’intrigante capolavoro diSchnitzler, Doppio Sogno, da cui Kubrick trasse il suo ultimo film Eyes Wide Shut, scandalosa favola sull’amore coniugale e sui suoi fragili equilibri, regia di Gianni Leonetti. 

La Compagnia Eranos presenta L’Asino D’Oro di Lucio Apuleio, ovvero le metamorfosi, regia Francesco Polizzi, conFrancesco Polizzi, Giancarlo Commare, Alessandra De Rosario, Francesca Dinale, Martin Loberto, Vincenzo Iantorno, musiche Francesco Accascina, trucco Ketty Romano. 

Il giovane Lucio, apprendista mago, dapprima trasformato per errore un asino e poi, attraverso una serie di  peripezie, incontri e racconti con maghi, briganti, dee e animali fantastici, verrà poi restituito alla natura umana grazie all’intervento della dea Iside.Nel mezzo del viaggio il nostro eroe si imbatterà nel racconto di Amore &Psìche, che riproduce in versione di favola esoterica l’intera vicenda e ne svela allo spettatore il carattere iniziatico. Le “Metamorfosi” di Apuleio in un’appassionante avventura on the road, una versione corale e musicale, che si rivela allegoria del percorso spirituale dell’uomo, da bestia ad angelo.La natura, l’architettura, la musica, gli attori, tutto viene amalgamato e trasformato attraverso una fruizione sinestetica, grazie alle magiche vicende narrate da Apuleio e alle performance degli attori.Come in Edipo la vera colpa di Lucio è la sua smania di sapere, quella curiositas, per cui non arretra di fronte a nessun pericolo. Ciò che Lucio vuole imparare dalla maga Panfile, asservire al proprio potere le forze naturali e divine, è la più tragica hybris nella quale possa incorrere una creatura umana, sprofondando in esperienze degradanti che lo portano a conoscere una realtà di dolore, violenza e perversione. Ma lontano dai toni tragici dell’eroe di Sofocle, Lucio trova invece la sua espiazione attraverso la farsa, la commedia buffonesca, la mescolanza di alto e basso, sublime e  immondo.

Redazione

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