Teatro Aurelio di Roma va in scena “E la chiamano estate”
Le tre commedie che compongono la trilogia, Le smanie della villeggiatura, Le avventure della villeggiatura, Il ritorno dalla villeggiatura
È in scena dal 16 al 18 dicembre al Teatro Aurelio di Roma largo San Pio V 4 "E la chiamano estate", cronaca impietosa di una strana villeggiatura. Si tratta di un libero adattamento di Carlo Munns in due atti della Trilogia della Villeggiatura di Carlo Goldoni. Sul palco Pierpaolo Laconi, Lorenzo Benvenuti, Giuliana Macina, Antonio Gallo Luigi De Luca, Andrea Puglisi, Gioia Ricci, Giulia Ramezzana, Stefano Ferrara, Paola Zu diretti da Pierpaolo Laconi e Lorenzo Benvenuti.
Le tre commedie che compongono la trilogia (Le smanie della villeggiatura, Le avventure della villeggiatura, Il ritorno dalla villeggiatura) furono scritte da Goldoni intorno nel 1760. Esse costituiscono un esempio di satira di costume, che appunta i suoi strali contro la superficiale moda del villeggiare, prendendosi gioco dei suoi aspetti più ridicoli e stravaganti. La villeggiatura, è un pretesto per fare a gara a chi sfoggia le dimore più sontuose, chi ha più ospiti, chi imbandisce le tavole più ricche, chi propone i giochi di società più rischiosi.
Una moda che spesso porta le famiglie inesorabilmente verso la bancarotta. In particolare, qui, sono nel mirino di Goldoni, due famiglie appartenenti alla media borghesia di Livorno, che sente l'attrazione del modello di vita dei nobili e dei ricchi, e dispone di due case di campagna sulle colline di Montenero, a pochi chilometri dalla città.
La versione presentata da Munns si presenta più snella e di più facile comprensione anche perché il lessico utilizzato nel Settecento da Goldoni è stato modernizzato. Anche le musiche scelte, così come il titolo dello spettacolo, fanno riferimento a grandi successi italiani degli anni Sessanta. Brani firmati da Bruno Martino, Gino Paoli, Mina, Ornella Vanoni e Fred Bongusto, fanno da cornice a quest’adattamento di due atti.
La Trilogia è una commedia di vite e amori "sbagliati". I personaggi, qui, sbagliano tutto: a vivere così, ma anche ad amare così, sembra dirci Goldoni. Si passa da un’euforia iniziale per le attese di felicità che la villeggiatura sembra promettere per entrare lentamente in un clima di malinconia per una felicità che non si potrà raggiungere.
La soluzione finale è un dignitoso compromesso, al quale tutti, obtorto collo, devono aderire. Una soluzione che lascia uno strascico di cuori senza molta gioia, rassegnati o per convenienza, o per mantenere reputazione e onore, o anche per la volontà di non fare del male a chi non ne ha colpa. La storia che ne emerge è una realtà molto moderna con un sapore agrodolce, fatta di divertimento, riso, sorriso e amaro in bocca, di persone che cercano la loro felicità, ma che scendono inesorabilmente a compromessi.
TEATRO AURELIO Largo San Pio V, 4 – Roma