Dopo l’inaugurazione con una conferenza stampa e un opening al quale hanno partecipato giornalisti, attori, critici dello spettacolo, ha preso il via la nuova stagione teatrale del Nuovo Teatro Orione con lo spettacolo “Catilina” in scena fino al 16 ottobre, rivisitazione della vita del nobile romano Catilina, ispirata al saggio di Massimo Fini con Marco Rossetti, musiche di Marco Frisina e scenografie di Gianluca Amodio, prodotto dalla Rion & Sirio srls, società che gestisce il teatro.
Lo storico Teatro Orione in via Tortona 7, è attivo dagli anni 50 e ha visto tutti i generi teatrali soprattutto operetta e prosa. Dopo interventi di ristrutturazione estetica e ammodernamento tecnico per i 980 posti, la polifunzionalità è la bandiera della nuova giovane direzione composta da Carlo Oldani e Claudio R. Politi.
Lo stile autoriale e le scelte registiche dei due direttori sono a conferma della volontà di portare a compimento un’opera di riabilitazione storica: il soggetto si tramuta da folle sanguinario a uomo di valore contro un potere oscuro. L’opera dà l’avvio ad un progetto culturale ambizioso e di crescita per gli anni futuri.
Noi de Il Quotidiano del Lazio abbiamo intervistato il protagonista Marco Rossetti:
Come nasce lo spettacolo “Catilina”?
“Il progetto nasce da un’idea di questi due ragazzi (Claudio R. Politi, Carlo Oldani) che hanno voluto intraprendere questa strada un po’ rischiosa con un testo ambientato nella Roma antica, riuscendo poi in un perfetto connubio tra classicità e modernità in questa chiave dinamica dai cambi scena al linguaggio che non è una prosa ma anzi, azzarda parolacce che non guastano ma contestualizzano il tutto.”
E tu come ti sei avvicinato allo spettacolo?
“Conoscevo una persona che avrebbe partecipato ai provini, io in quel periodostavo finendo di girare Squadra Mobile 2, quindi appena ho capito che con i tempi sarebbe stato fattibile, in punta di piedi mi sono presentato anch’io ai casting, e così eccomi qua, felicissimo di far parte di un progetto come questo e con un cast di una ventina di persone, dodici attori più le comparse, tutti molto giovani e bravi che ci ha permesso di crescere tutti insieme.”
Questo Catilina è un personaggio diverso da quello conosciuto storicamente, ci racconti qualcosa in più sul personaggio?
“Il personaggio nasce da un’analisi approfonditissima con Claudio, l’autore del testo, del saggio di Massimo Fini, in una riabilitazione storica del personaggio di Catilina da come noi ad oggi conosciamo la sua figura tramite i racconti dei suoi acerrimi nemici Cicerone e Sallustio che ci hanno tramandato un’immagine di un soldato spietato e sanguinario mentre qui è più positivo, sposa la causa del popolo per sconfiggere l’oligarchia. Lo stesso Cicerone per accattivarsi i consensi dei fedeli a Catilina lo definì in una delle sue arringhe persona leale e onesta.”
Questo è un tema anche di grande attualità…
“Assolutamente sì, quello che mi ha sconvolto e stupito facendomi anche scappare un sorriso è che non ci stiamo inventando nulla, in quel periodo era tutto più spietato poi: la slealtà, il tradimento, le pugnalate alle spalle… e all’epoca non erano simboliche, vedi anche l’esempio Giulio Cesare.E’ stato molto bello e in un personaggio del genere non finiresti mai di entrarci a fondo, io mi sto documentando tutt’ora leggendo tantissimo cercando di scavare, a prescindere da quella che è la storia, la psicologia di un personaggio del genere ed è un percorso estremamente difficile ma estremamente affascinante. In due ore di rappresentazione poi non puoi approfondire tutte le dinamiche storiche che si sono state per esigenza di copione e di durata ma Claudio (autore) è stato bravo a far capire il fervore di Catilina nel voler battersi per il popolo e per questa causa.”
Il Teatro Orione sta rinascendo con la nuova direzione. Com’è stato per te andare in scena proprio lì?
“Io al Teatro Orione ci feci una delle mie prime rappresentazioni, più di dieci anni fa, quindi tornarci è stato piacevole, inoltre i nuovi direttori sono due ragazzi di neanche trent’anni, da sostenere assolutamente: hanno preso in mano un teatro così grande cercando di rivalutarlo e riuscendoci, lo sponsorizzano, lo pubblicizzano e si producono gli spettacoli da soli. Sono contento di aver fatto parte di questa operazione di rivalutazione del tutto, mi fa molto piacere e spero che ci sia un infinito futuro per quanto li riguarda perché si meritano di essere ricompensati per questa fatica, seppur piacevole, che stanno affrontando.”
E’ sempre così difficile portare la gente a teatro al giorno d’oggi?
“E’ molto faticoso portare la gente a teatro, fa ancora tanto il passaparola ma devo ammettere che sono rimasto positivamente stupito anche dai social grazie ai quali e alla loro immediatezza sono riuscito ad arrivare a molti fan che magari mi conoscevano per un determinato ruolo in tv e che sono rimasti entusiasti nel vedermi là dal vivo su un palcoscenico, in altre vesti e attraverso una proiezione completamente differente. Noi saremo in scena fino al 16 ottobre e per il quarto teatro più grande di Roma, ad oggi c’è un’ottima risposta.
Cosa ti da più soddisfazione nel fare teatro?
“Con il teatro ogni sera riesci ad andare più a fondo, è sempre una scoperta senza mai diventare routine che ci siano due persone in sala piuttosto che mille. La carica emotiva è incondizionata, mi piace calcare il palcoscenico interpretando un qualcosa con un gruppo di ragazzi con i quali soffri e hai paura prima di andare in scena e come diceva Jaufré Rudel:”Il teatro si fa per il teatro”.”
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