Al Teatro Palladium da venerdì 10 a sabato 11 2017 ore 21,00 va in scena “Due (Two)” di Jim Cartwright, versione italiana di Serena Zampolli, con Angela Ciaburri e Davide Mancini, regia di Massimo Mesciulam.
Jim Cartwright, nato nel 1958 a Farnworth, nel Lancashire, è un drammaturgo di fama internazionale. Scritto nel 1989, ma ancora sorprendente oggi, TWO, nella versione italiana della giovane Serena Zampolli, DUE, racconta una vicenda dalla cornice drammatica nella quale si avvicendano ruoli grotteschi: l’azione si svolge in una sola serata in un pub di provincia. In questo luogo di aspirazioni fallite e vite irrealizzate, mentre si definiscono i rapporti tra i due gestori, che sono una coppia affiatata, ma cristallizzata in un rancore irrisolto; gli avventori del pub entrano ed escono, litigano e si amano, mettono a nudo la propria solitudine e affondano nell’alcol le proprie speranze.
L’originale di questa messa in scena è che a sostenere tutti i vari ruoli sono sempre loro due, lui e lei, la coppia proprietaria del pub che, cambiando abiti, modo di parlare, di muoversi ed agire, riescono ad essere, come ha scritto qualcuno, “straordinariamente quattordici diversi personaggi”. Sarà proprio in questo intreccio di vite che i coniugi riusciranno, finalmente, a parlarsi.
Note di regia: Il testo ha una struttura estremamente vincolante, all’inizio ci è sembrato che l’obiettivo di Cartwright fosse, più che raccontare una storia, sfidare attori e regista in un’impresa impossibile. La prima preoccupazione è stata lo spazio: abbiamo optato per un disegno semplice ma che consentisse un’atmosfera coinvolgente e inclusiva; un bancone, un tavolo, che abbiamo immaginato essere quello in cui, ad orari diversi, si avvicendano i clienti, e pochissimi elementi di costumeria e attrezzeria, per i cambi.
Abbiamo subito deciso, infatti, che i cambi dovevano essere “a vista” e senza soluzione di continuità. Ci siamo dedicati molto ai rapporti tra i personaggi, cercando di scavare in profondità, disinnescando i tratti caricaturali suggeriti da Cartwright, pur mantenendo lo stile, il linguaggio “da pub” e le frequenti interazioni tra attore e pubblico. Affrontare questo testo è stato molto divertente e stimolante, soprattutto da un punto di vista tecnico, perché non ammette sconti, necessita di un’impostazione brechtiana, ma, allo stesso tempo, naturalistica e di una precisione assoluta, da musicisti.
Teatro Palladium – Università Roma Tre
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