Teatro Parioli Peppino De Filippo in scena “L’uomo dal cervello d’oro”

“Il fumo improvviso, lo stupore negli occhi, il rumore assordante, le fiamme e il volo”

Al Teatro Parioli Peppino De Filippo martedì 14 e mercoledì 15 febbraio 2017, la [RITMI SOTTERRANEI], contemporary dance company, presenta in anteprima nazionale, “L’uomo dal cervello d’oro”, atto unico di 60’ (danza – phisical theatre), 2017 per la Rassegna “Parioli in Danza”.

“Il fumo improvviso, lo stupore negli occhi, il rumore assordante, le fiamme e il volo.” Regia e coreografia di Alessia Gatta, drammaturgia Marco Angelilli, musica Mokadelik, aiuto regista/artista visuale Viola Pantano, disegno luci Daniele Davino, i danzatori Heamin Jung, Gioele Coccia, Marco Grossi, Viola Pantano, Vanessa Guidolin, Giacomo Sabellico, Noemi Dalla Vecchia, Lorenzo Da Silva Dasse.

Il progetto è prodotto dal Centro per lo studio e la ricerca della danza contemporanea [MATRICE] N, residenza stabile della compagnia. Il Teatro Parioli costituisce la prima tappa del percorso della compagnia che presenzierà al Busan International Dance Festival di Seoul a luglio 2017.

“L’uomo dal cervello d’oro” nasce da un'esperienza personale della coreografa Alessia Gatta. Era il 31 luglio 1992 quando diciassettenne, assisteva al lancio dello space shuttle Atlantis, presso il KSC (Cape Canaveral-USA). Il ricordo apre a delle domande che si traducono in partitura corporea e musicale: Come ci si prepara ad essere autori di quello spettacolo?

Quale l'aspettativa di chi si ritrova coinvolto in un momento così unico senza una particolare preparazione scientifica se non il desiderio giovanile di conoscere? Il confine tra scienza e meraviglia diventa una coreografia che esplora il tempo, la materia e lo spazio. Architettura rigorosa e circolazione sanguigna. Una danza che sonda distanze e punti di incontro tra persone e linguaggi. La partitura coreografica incontra infatti la drammaturgia di Marco Angelilli, le musiche della band Mokadelic e l'allestimento scenico del light designer Daniele Davino.

“ORE 9:56, 31 LUGLIO 1992, UNA GIOVANE DONNA, ANNI 17, UN’ISOLA, IL KSC, UNO SPACE SHUTTLE: L’ATLANTIS – UN UOMO, LO SPAZIO – UN PADRE, UN EVENTO, IL FUMO IMPROVVISO, LO STUPORE NEGLI OCCHI, IL RUMORE ASSORDANTE, LE FIAMME E IL VOLO.”
A.Gatta

“Il momento. L’attimo. Quel preciso istante in cui inspiegabilmente i neuroni ricevono un impulso (andando a “scomodare” i cinque – facciamo sei – sensi) e le sinapsi veicolano miliardi di informazioni come autostrade durante l’esodo di Ferragosto, in un marasma di elettricità e chimica. Aldilà dei tecnicismi da medici incalliti o scienziati pazzi però, certe dinamiche del corpo umano (e più specificatamente della mente) restano avvolte da una nuvola di mistero -affascinanti e misteriose allo stesso tempo -, in viaggio verso un labile confine tra scienza ed esoterismo, illusioni e meccanismi perversi. Uno spazio (perchè in fondo di quello parliamo)in cui l’architettura crea e distrugge, realizza labirinti da cui è difficile uscire, innesta semi checresceranno velocemente (o forse no), svilupperanno radici (o forse no), avranno bisogno di cure ( o forse no). Alla fine sarai tu a decidere. Sarai tu (non senza una buona dose di incoscienza) a fare di un seme un’idea. Di un’idea un progetto. Di un progetto qualcosa in grado di cambiare te stesso (e talvolta anche il mondo).L’uomo dal cervello d’oro”, diventa dunque un’esperienza sensoriale nei meandri più reconditi della mente, che si palesa nei movimenti liquidi di 8 ballerini, e nelle sonorità ruvide e nostalgiche dei Mokadelic. Una strada da percorrere attraverso ricordi, emozioni e speranze, in cui tutti (in scena e fuori), vanno in cerca di risposte. O forse di domande.Chè in fondo, diceva qualcuno, l’importante è cercare.”

Teatro Parioli Peppino De Filippo  Via Giosuè Borsi 20, 00197 – Roma

 

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