Teatro San Paolo va in scena “Il mercante di Venezia”
Ultima tappa della trilogia shakespeariana, Il mercante di Venezia, riprende il tema della vita come teatro e il teatro che si confonde nella vita
Nel 1967, uno strepitoso Glauco Mauri diede corpo a uno dei personaggi più importanti della drammaturgia mondiale: Shylock, protagonista de Il Mercante di Venezia di Shakespeare, per la regia di Franco Enriquez.
A distanza di 50 anni, dal 18 al 28 maggio al Teatro San Paolo di Roma, la Compagnia Mauri Sturno torna sul testo con il progetto “Giovani – Un futuro nel Teatro”, che vede il maestro del teatro italiano a supporto dei giovani, riportando in scena uno dei suoi cavalli di battaglia, nonché capisaldi della letteratura teatrale di tutti i tempi, con la regia di Ilaria Testoni e con in scena Mauro Mandolini, Barbara Begala, Camillo Marcello Ciorciaro, Ilaria Amaldi, Valerio Camelin, Roberto Di Marco, Michela Giamboni, Marina Parrulli, foto di Manuela Giusto.
Ultima tappa della trilogia shakespeariana, Il mercante di Venezia, riprende il tema della vita come teatro e il teatro che si confonde nella vita.
Venezia, 1900. Due mondi contrapposti si fondono magicamente l’uno nell’altro. Sono i due luoghi della commedia: uno reale, la città, col suo commercio, i suoi affari, le amicizie, le mondanità; un mondo diurno, borghese, nuovo. L’altro, il mondo immaginato, luogo di piacere, favoloso e antico, uno spazio notturno dove le passioni sono assolute, gli amori capricciosi e irragionevoli, ma i sentimenti sinceri e leali.
Dov’è la verità? Quale dei due luoghi e più reale?
Lo spazio del piacere, dell’istinto e della fantasia o il mondo borghese fatto di convenzioni di interessi e soprattutto di intolleranze e discriminazioni?
Shylock è un diverso nel corpo e nell’anima, temuto e ripudiato dal mondo solare dei ricchi borghesi. Ma la vendetta, lo renderà il “cattivo”. “Metterò in pratica la malvagità che voi mi insegnate e sarà difficile che io non superi i vostri insegnamenti”.
Chi vincerà, il buono o il cattivo? Per Shakespeare la vita, sia nella realtà che nella finzione, è più articolata, più ricca di sfumature. Perché tutto il mondo recita una commedia, e la Fortuna svolge una parte determinante. (Foto di Manuela Giusto)
Dal 18 al 28 maggio, Teatro San Paolo, Via Ostiense 190 (Roma).