Teatro Spazio Fabbrica “Coro di donna e uomo” con Barbara De Rossi
“Un giro del mondo – afferma l’autore Gianni Guardigli – un’immersione nelle epoche e nei luoghi che costituiscono le fondamenta della nostra realtà di oggigiorno
Una serata emozionante quella di sabato 25 novembre alle ore 21.15 al Teatro Spazio Fabbrica di Lugnano in Teverina (Viale Regina Margherita 7). In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne Barbara De Rossi e Francesco Branchetti sono gli attesi protagonisti di “Coro di donna e uomo”, il Recital scritto da Gianni Guardigli, prodotto dall’ Associazione Culturale Foxtrot Golf con la regia di Francesco Branchetti e le musiche originali di Pino Cangialosi. Il Recital sarà poi in scena il 26 novembre alla CASA DELLA PARTECIPAZIONE di Maccarese (Roma) e il 28 al TEATRO ITALIA di Garbagnate.
“Un giro del mondo- afferma l’autore Gianni Guardigli – un’immersione nelle epoche e nei luoghi che costituiscono le fondamenta della nostra realtà di oggigiorno. Le voci delle donne tratteggiano un grande quadro multicolore per chiedere giustizia e pietà. Giustizia agli uomini e pietà agli dei e a Dio. Tutto ciò è il leitmotiv della storia dell’umanità. E poi le donne di oggi alzano la voce contro la troppo spesso reiterata violenza che subiscono quasi quotidianamente e che talvolta e purtroppo sempre più spesso conduce al femminicidio.
Fanno appello a se stesse e all’universo maschile per riuscire a collocare il nostro tormentato tempo in una “scacchiera civile” in cui il buonsenso e una normale sensibilità ci permetta di vivere in un mondo dai toni più umani. Le donne di ieri cominciano a tratteggiare importanti percorsi nelle pagine della mitologia greca. Prima Fedra e poi Andromaca cantano le dolenti note di un destino infausto e sprezzante, che ha scaraventato le loro sensibilità nel tunnel dell’impotenza. E poi le mistiche del medioevo si confrontano con il trascendente con la potenza della certezza che oltre la vita terrena c’è la “vera vita”, e che l’avventura nel mondo dei mortali non è altro che un banco di prova, una specie di esame per definire il nostro esatto ruolo nell’aldilà.
Lady Macbeth presenta con la potenza della disperazione il suo progetto criminale per affondare le unghie sul potere. I personaggi potenti si confrontano con le deboli eroine dei giorni nostri, Saida dà voce al dolore di un popolo vessato da una crudele guerra civile che scaraventò l’Algeria in un orrore incomprensibile al resto del mondo negli anni’90 del secolo scorso. Ogni singola voce di donna diventa elemento di un coro che canta “la necessità” di una redenzione che ancora aspettiamo, anche se, mettendoci in ascolto delle vicende che pulsano sotto la pelle del nostro mondo attuale, non riceviamo certo segnali che aprono la porta dell’anima all’ottimismo.
Due donne di oggi poi danno voce a un toccante contrappunto in cui si delineano due destini partiti assonanti e conclusi con una netta antitesi. Entrambe hanno incontrato “un amore sbagliato”, entrambe sono entrate nel “tunnel del dolore e dei maltrattamenti” contornato da muri cupi, intonacati dal mefitico respiro della violenza “travestita da amore”. Ma poi una è riuscita a tuffarsi nella luce chiara che le è apparsa alla fine della galleria, l’altra, purtroppo, è rimasta senza forze all’interno del tunnel.
Accanto alle donne le voci di uomini di ieri e di oggi creeranno un contrappunto di umori e toni per tratteggiare un universo che si espande sopra i tempi e i luoghi e tenta di diventare metafora della grande parabola dell’essere umano, che popola questo pianeta malato; mariti, figli, fratelli che anche oggi combattono le loro piccole battaglie per ritagliarsi un piccolo spazio nel mondo.