Terracina, lavoratore picchiato e gettato in un canale per una mascherina
Terracina, lavoratore picchiato e gettato in un canale per aver chiesto una mascherina e rivendicato il suo salario; scoperte condizioni di semi schiavitù
A Terracina un lavoratore è stato picchiato perché ha chiesto ai suoi titolari una mascherina. Non è solo una vicenda di sfruttamento sul lavoro ma una storia di barbarie, quella che arriva dai campi agricoli in provincia di Latina.
Un lavoratore di un’azienda agricola ha chiesto più volte al titolare di ricevere mascherine e altri presidi anti contagio da Sars-coV-2. I due imprenditori, padre e figlio, hanno risposto con una violenza inaudita. Prima hanno licenziato il lavoratore e gli hanno negato il salario, poi lo hanno picchiato e gettato in un canale. I titolari di 52 e 22 anni, sono ora detenuti agli arresti domiciliare e dovranno rispondere di diversi reati come estorsione, rapina e lesioni personali aggravate. A quel punto la vittima ha denunciato l’accaduto e le forze dell’ordine sono intervenute.
Nei campi Terracina: lavoratore picchiato e condizioni semi schiavitù
La vittima, di origini indiane, aveva anche ferite al capo riconducibili all’uso di un corpo contundente. Le forze dell’ordine hanno organizzato un blitz nell’azienda e hanno scoperto una situazione di semi schiavitù: i braccianti, tutti di origine straniera, raccoglievano ortaggi e lavoravano la terra in condizioni prive di sicurezza, turni di 12 ore, nessuna giornata di riposo e neppure un supplemento economico nei giorni festivi.