Terremoto al comune di Marino: arrestato il sindaco Silvagni
E’accusato insieme a tre imprenditori e a un dipendente comunale di corruzione e peculato
Ennesimo intreccio perverso tra corruzione e politica. L’ennesimo scandalo travolge in questa circostanza il comune di Marino (provincia di Roma) e si tratta di un autentico terremoto. In mattinata, infatti, è stato arrestato il sindaco Fabio Silvagni (eletto nelle fila del centro-destra), insieme a tre imprenditori e un dipendente comunale. Il primo cittadino e gli altri soggetti dovranno difendersi dalle accuse di corruzione e peculato.
L’operazione è condotta dai Carabinieri di Frascati. Sin dalle prime ore del mattino cento militari stanno eseguendo in alcuni comuni dei Castelli Romani l'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Velletri, che ha disposto gli arresti domiciliari per le persone coinvolte. Le indagini, dirette dal procuratore di Velletri Francesco Prete, sono partite nello scorso giugno e riguardano anche la realizzazione di un punto vendita di una nota catena commerciale, del valore di circa 3 milioni di euro, per il quale, stando alle accuse formulate dagli inquirenti, il sindaco Silvagni avrebbe rilasciato illecitamente le necessarie autorizzazioni in cambio dell' assunzione di persone da lui indicate per garantirsi così un ritorno politico ed elettorale. Anche un capannone è stato posto sotto sequestro.
AGGIORNAMENTO: il comunicato dei Carabinieri
Nelle prime ore della mattinata odierna i Carabinieri del Gruppo di Frascati hanno dato esecuzione in diversi comuni dei Castelli Romani a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Velletri, Isabella de Angelis, che ha disposto gli arresti domiciliari per il Sindaco del Comune di Marino e per altri quattro indagati (un dipendente comunale e tre imprenditori) ritenuti responsabili del reato di corruzione. Il sindaco è stato arrestato anche per peculato. Le indagini – dirette dal Procuratore della Repubblica di Velletri Francesco Prete, e condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castel Gandolfo e da personale della Sezione di Polizia Giudiziaria- Corpo Forestale dello Stato di questa Procura della Repubblica – sono iniziate nello scorso mese di giugno e si sono sviluppate attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazione e consulenze tecniche.
All’esito si è ricostruito che il Sindaco di Marino avrebbe favorito, con la complicità di un dipendente comunale, B.S. di anni 56, le iniziative imprenditoriali di una società operante a livello nazionale nel settore dei servizi per lo spettacolo e della ristorazione, con sede legale in Roma, concedendo in maniera illecita l’autorizzazione al cambio di destinazione d’uso (da artigianale a commerciale) di un immobile sito nel comune di Marino, per la realizzazione di un punto vendita di una nota catena commerciale di ristorazione. A fronte dei permessi necessari per avviare l’attività commerciale gli imprenditori, D.B. di anni 43 e G.T. di anni 40 – quest’ultimo appartenente alla Sottosezione della Polizia Stradale di Albano Laziale e in aspettativa per malattia da circa un anno – hanno assunto nel predetto esercizio commerciale una ventina di persone segnalate dal sindaco, garantendogli così un indubbio ritorno in termini di peso politico ed elettorale. Le utilità non si sarebbero limitate ai posti di lavoro, ma avrebbero avuto ad oggetto somme di denaro sotto forma di sponsorizzazione di eventi organizzati dal Comune.
Contestualmente agli arresti, è stato posto sotto sequestro un immobile sito in Marino sede dell’attività commerciale con annesso parco giochi, del valore complessivo di circa tre milioni di euro. Dagli accertamenti condotti dall’Autorità giudiziaria con l’ausilio dei periti, il locale non è risultato conforme al piano regolatore generale del Comune di Marino. Il primo cittadino viene altresì ritenuto responsabile di un ulteriore episodio di corruzione in relazione ad un mandato di pagamento emesso dal Comune di Marino per lavori appaltati dall’amministrazione ed effettuati da un’impresa edile locale. E’ stato possibile ricostruire il personale interessamento del sindaco per l’emissione da parte dei suoi uffici di un mandato di pagamento di una somma di 100.000 euro in favore dell’imprenditore marinese G.F., di anni 73, per lavori affidatigli dal Comune. In questo caso il sindaco avrebbe personalmente beneficiato di una somma di denaro pari al 3% di quella liquidata all’imprenditore, suddivisa con il dipendente comunale B.S., suo complice. Su tale fronte sono in corso accertamenti su lavori pubblici già eseguiti, finalizzati a verificare la regolarità delle relative procedure di appalto ed eventualmente se queste venissero in qualche modo “pilotate” in favore di imprenditori amici.
Sempre al sindaco viene contestata dalla Procura l’induzione indebita a corrispondere utilità a pubblico ufficiale sollecitando i vari imprenditori locali interessati a ottenere permessi di costruire, a versare all’Amministrazione Comunale la somma di euro 1.200 da utilizzare per finanziare le iniziative del Comune, in particolare feste e sagre, prospettando loro il diniego dei permessi in caso di mancata adesione alla richiesta. Anche in questo caso lo scopo del sindaco, come emergente dalle indagini, sarebbe quello di accrescere il proprio consenso elettorale.
Al sindaco viene infine contestato il reato di peculato poiché accusato di essersi, in più occasioni, appropriato per usi personali e con la complicità di alcuni dipendenti di una società del Comune di Marino, di carburante per la sua autovettura personale. A carico di alcune società riconducibili all’imprenditore D.B., con sede in Roma e nei Castelli Romani, sono state disposte perquisizioni effettuate con l’ausilio del 1° Gruppo di Roma della Guardia di Finanza, per verificare eventuali irregolarità nella loro gestione contabile e fiscale. Su tale fronte sono attualmente al vaglio degli inquirenti le recenti aperture, operate da una di queste società, di ulteriori punti vendita della stessa catena di ristorazione, in altre aree del territorio nazionale, per verificare se anche in quei casi siano state poste in essere condotte illecite.
Numerose le perquisizioni eseguite dal personale operante – presso le abitazioni degli arrestati, di alcuni stretti collaboratori e dell’ufficio del Sindaco di Marino – che hanno interessato anche i comuni di Roma, Ariccia e San Vito Romano, richiedendo l’impiego di oltre cento militari. Al vaglio dell’Autorità Giudiziaria ci sono ora le posizioni di altre persone che, a vario titolo, avrebbero favorito gli arrestati nelle loro condotte illecite.