Categorie: Cronaca

Terremoto, Dottor Dog: “Non abbandoniamo gli amici a 4 zampe”

L’emergenza neve soprattutto nelle zone già colpite dal terremoto riguarda non soltanto gli uomini e le donne sfollati ma anche i tanti animali – recenti stime parlano di oltre 5mila – rimasti sotto le macerie oppure scampati alla tragedia e ancora in cerca di padrone o di assistenza. Una criticità che di fatto rende ancora più complicata la vita ai tanti padroni che hanno perso il proprio animale domestico o che in queste ore cercano conforto anche fra gli amici a quattro zampe. Abbiamo chiesto a Vieri C. Timosci, meglio conosciuto come Dr. Dog, esperto cinofilo qualche consiglio per provare a tornare alla normalità con il proprio cane.

 

D. Dr Dog, la conta dei danni del sisma fa paura e riguarda anche gli amici a quattro zampe che hanno perso la vita, oppure quelli che in queste ore sono sotto shock alla ricerca del proprio padrone. Cosa bisogna fare in questi casi?

Un terremoto è sempre per tutti gli esseri viventi un’esperienza molto traumatica. Per i cani che hanno perso la vita, chiaramente, non c’è più nulla da fare, ma per i loro padroni che i molti casi hanno anche perso l’esistenza e la dimora. Bisogna stargli vicino e confortarli psicologicamente. Per i cani sopravvissuti invece bisogna differenziare tra quelli che posso essere riuniti ai loro padroni e quelli che purtroppo li hanno persi. Nel primo caso bisogna aiutare i padroni a tranquillizzare i cani usando vari metodi di rinforzo positivo ed esercizi che aiutano a calmarli. Nel secondo caso, questi individui soli finiscono molto spesso in un canile con la speranza di essere poi adottati. Non solo hanno subito un terremoto, hanno perso i loro padroni ma finisco anche in un canile! L’esperienza traumatica conduce molto spesso ad un disordine post traumatico (PTSD Post Traumatic Stress Disorder) assolutamente da non sottovalutare e simile a quello subito dai soldati in guerra. Di tutte le catastrofi naturali, il terremoto è l’unica per i cani non-spiegabile. Bisogna quindi lavorare con questi cani in modo particolare per aiutarli a ricostruire la loro resilienza. È come essere in un tunnel. Se gli si mostra una luce alla fine, un’uscita, loro la imboccheranno con grande speranza.

D. Secondo una denuncia dell’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animale) nei centri di accoglienza si stanno riscontrando diversi casi di rifiuto di ospitare famiglie con i propri cani. Cosa si sente di dire su questo?

Quando ho letto della denuncia dell’ENPA su questo non ci potevo credere. È un’enorme vergogna. In un paese evoluto e moderno come l’Italia dove il welfare degli animali è così ben fissato nella legislatura, situazioni così non devono mai accadere. Sono sicuro che le autorità responsabili rettificheranno l’accaduto, il prima possibile. È impensabile che i cani facciano gli eroi quando ci salvano la vita cercandoci sotto le macerie e noi poi li lasciamo soli in situazioni così traumatiche.

D. Esiste una diceria popolare secondo la quale i cani sentono per primi l’arrivo di un terremoto. Cosa c’è di vero e cosa bisogna fare per mettere in salvo anche il proprio cane nel caso ci si trovi in pericolo?

Sì, è vero. Ma non soltanto i cani. Anche il bestiame si comporta in un modo strano e gli uccelli volano in cerchi erratici, smettono improvvisamente di cantare, o addirittura volano via. Questo cosiddetto “sesto senso” è innato ma lo abbiamo anche noi. Vivendo però ormai a poco contatto con la natura abbiamo in un certo senso perso la capacita d’interpretazione. Le nostre “antenne” sono fuori uso e ci siamo letteralmente disconnessi. I cani e gli animali invece no. Per trarsi in salvo con il proprio cane bisogna seguire i consigli per esempio della Protezione Civile sul comportamento in caso di un terremoto. La prima cosa da fare e costruire un buon “richiamo” affinché anche in una situazione di emergenza e di paura il cane viene quando chiamato o se non può, abbaia per evidenziare dove si trova.

D. Passata questa prima fase emergenziale bisognerà cominciare a lavorare sul recupero psicologico dei cagnolini scampati al terremoto e a quelli estratti dalle macerie. Questo evento tragico li segnerà a vita o si può sperare che torneranno a essere come prima?

Come dicevo prima, dobbiamo lavorare sulla ricostruzione della resilienza dei nostri cani. La buona notizia è che i cani sono molto recettivi a questo tipo di recupero psicologico e nella grandissima parte dei casi non ne riportano alcuna ferita permanente. Nel mio lavoro ho assistito spesso cani dell’esercito Americano che una volta ritornati dal servizio attivo in Afghanistan e Iraq sono andati, come i loro soldati conduttori, in depressione post traumatica. Si sono tutti ripresi dall’esperienza.

D. In tante immagini televisive abbiamo visto i cani in prima fila a fiutare tra le macerie la presenza di persone. Può spiegarci come riescono a compiere questi miracoli e se per i cani oltre ad essere faticoso non è pericoloso respirare per tutte quelle ore le polveri sottili?

Il naso dei cani è un vero e proprio miracolo della natura. Tutti sanno che hanno un fiuto molto più potente del nostro. Ma non finisce solo qui. I cani riescono a fiutare in 3D e sniffando ripetutamente, da 5 a 10 volte al secondo, riempiono il loro naso continuamente di aria “nuova”. Il loro sistema olfattivo è molto più grande e sensibile del nostro. Noi abbiamo circa 6 milioni di recettori olfattivi, loro 300 milioni. La nostra visuale del mondo è prettamente visiva mentre la loro è olfattiva. Per darvi un esempio pratico, noi siamo forse in grado di odorare se nel nostro caffè c’è un cucchiaino di zucchero, i cani riescono a odorare questo anche se diluito in 4 milioni di litri d’acqua, ovvero due piscine olimpioniche.

Quello che i cani odorano particolarmente in noi è l’androsterone, un feromone sessuale prodotto da molti mammiferi ed anche contenuto nel tartufo. Ed è proprio per questo che sono così bravi a individuarci. Il naso del cane riesce a pulire e umidificare l’aria inalata in modo tale da garantire che solo le particelle degli odori raggiungono i recettori olfattivi. Bisogna dire però che i cani hanno bisogno di rigenerarsi sia fisicamente sia psichicamente. Gli starnuti gli aiutano a ripulire il naso dalla polvere, ma siamo noi a dovergli imporre delle pause rigenerative, sennò loro andrebbero avanti fino allo sfinimento.

Redazione

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