Test di medicina, il dramma del bonus maturità
Mentre ieri migliaia di studenti affrontavano la prova d’accesso, è stato abolito il bonus maturità
ABOLITO IL BONUS MATURITA' – Per gli studenti come me, che hanno sempre dato il meglio nelle loro materie preferite, evitando accuratamente di aprire i libri di matematica, quei punti bonus erano un sassolino nella scarpa.
Ma erano lì, qualunque studente ne era a conoscenza, e, in effetti, non c’è nessuna norma di legge che tutela l’impegno a giorni alterni.
Conoscere vita-morte-e-miracoli di Kierkegaard, ma non saper affrontare tutte quelle parentesi con numeri e lettere dentro, non giova a nessuno.
Invece, c’è chi, per indole o per precisa volontà, su quei banchi di scuola ha sempre dato il meglio di sé, digerendo anche Manzoni o la tettonica a placche. E il giorno degli orali ha stretto la mano ai professori sapendo che sul suo diploma avrebbe trovato scritto 100/100. Magari anche con lode.
Fino a ieri, la legge, premiava questi studenti meritevoli. E lo faceva attribuendo loro di diritto dei bonus in occasione del test d’accesso all’Università (decreto ministeriale n.334 del 24/04/2013, introdotto dal precedente ministro Profumo).
Giusto o sbagliato che sia, era così. Se ne potrebbe parlare per ore (si sa: non è detto che la rendita scolastica al liceo sia specchio o previsione della bravura tra i banchi universitari), ma era un dato di fatto.
Quegli stessi studenti, quindi, sapevano che nelle graduatorie avrebbero avuto un vantaggio. Che poi è anche un’occasione, un’ipotesi di riscatto verso quanti, il giorno del test d’accesso, si presentano ancora con le infradito, perché sanno di avere uno zio abbastanza importante da influenzare gli esiti di quel test per cui si è studiato stando in barca nei mari più belli del mondo. Perché succede, inutile negarlo.
Se il CdM ritiene doveroso rimodulare le modalità di accesso agli Atenei italiani, può farlo. Anzi, deve. Ci sono troppe questione aperte, che vanno risolte.
Ma non può, e non deve, farlo alle spalle degli stessi studenti. Categoria già abbastanza vilipesa da una società che anziché progredire, regredisce ogni giorno di più. Non si meritano altri sbeffeggiamenti.
Sì, perché è proprio questo che è successo ieri: mentre migliaia di ragazzi si mettevano alla prova con il test d’accesso più difficile del mondo, quello di medicina, ai piani alti della nostra povera Italia si decideva delle loro sorti, pensando bene di lasciare all’oscuro proprio i protagonisti numero uno della prova.
Ieri, infatti, è stato approvato il decreto ‘Misure urgenti (urgenti?) in materia di istruzione, università e ricerca’, che abolisce il ‘bonus maturità’: sarebbe bastato qualche giorno d’anticipo, e tutti quegli studenti sarebbero andati nelle Università consapevoli delle nuove regole.
Soprattutto visto e considerato che si tratta di misure urgenti che, in quanto tali, avrebbero richiesto un’analisi prioritaria.
Ma si sa: ubi IMU, minor cessat.
Forse, gli studenti come me, ieri hanno gioito. E forse, qualche genitore, ha gioito insieme a loro.
Ma parliamoci chiaro: come la prendereste voi se, per caso, affrontando un concorso all’Agenzia delle entrate, che so io, con la consapevolezza che chi possiede una laurea in Economia ha diritto a 3 punti bonus, vi ritrovaste a sapere, a prova conclusa, che quei 3 punti bonus sono stati azzerati proprio mentre voi mettevate le crocette sui vostri fogli?
Si chiama principio di certezza del diritto, e c’è poco da fare i sessantottini.
IL RICORSO – Cosa resta da fare, dunque?
Unica via, il ricorso. Basterà, infatti, provare che, se il bonus non fosse stato abolito, lo studente avrebbe avuto i punti necessari per classificarsi più in alto dell’ultimo avente diritto (l’ultimo studente ammesso alla Facoltà con il punteggio più basso), come ha confermato anche l'avvocato Michele Bonetti.
Non si tratta di una difesa strenua del ‘bonus maturità’, ma della consapevolezza che la sua cancellazione, in corso d’opera, lede dei diritti garantiti agli studenti, quali la parità di trattamento (paradossalmente, chi prima, per legge, era in possesso di un ‘diritto’ in più, ora si trova in posizione di svantaggio) e il legittimo affidamento nei confronti dello Stato (secondo il Ministero, infatti, quei punteggi bonus erano ufficiali).
LA PETIZIONE ONLINE – Nel frattempo, la catanese Federica Augeri (diplomata con 100 e lode) ha indirizzato una lettera al Miur. Questa lettera, si è presto trasformata in petizione, disponibile online, che può essere firmata da chiunque ne abbia interesse.
“Apro con una premessa – si legge – la mia speranza è quella che questa lettera venga letta,dal momento che la sovranità appartiene al popolo. Popolo dotato di anima e voce”.
La Augeri dimostra di non essere a priori contro l’abolizione del bonus maturità; ma, scrive, se proprio si vuole far del bene, è il numero chiuso che deve essere abolito. E, comunque, che lo si faccia alla luce del sole e senza sotterfugi.