L’assessore alla sanità della Regione Lazio fa il punto sui test Covid nelle scuole. Mancano solo 16 giorni al suono delle campanelle. Ma finora sono su base volontaria.
L’assessore alla sanità Alessio D’Amato annuncia, dalla pagina Facebook della Regione Lazio, che venerdì 28 è stata superata la soglia dei 5.000 test sierologici. Le indagini, effettuate su insegnanti e operatori scolastici, sono concordate con l’Ufficio scolastico regionale. Inoltre, si prevede che le Asl ospiteranno equipe di riferimento anti-Covid per le scuole coordinate dai referenti dei Servizi di igiene degli enti pubblici responsabili dei servizi sanitari.
L’obiettivo iniziale consisteva nel sottoporre a test sierologici 120mila operatori della scuola nel Lazio. Finora l’adesione ai test, gratuiti, è su base volontaria. Personale e docenti possono infatti rivolgersi al proprio istituto scolastico di riferimento. Ma perché non istituire dei test obbligatori?
Inoltre, sui dirigenti scolastici ricade la responsabilità penale in materia di sicurezza relativa al contenimento del Covid-19. Questo accade in quanto sono identificati come datori di lavoro all’interno dell’istituto scolastico. Non si potrebbe alleggerire la loro responsabilità – senza farla diventare impunità – in caso di attuazione di tutte le misure di sicurezza previste?
Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, ha sollecitato i dirigenti scolastici ad effettuare il test sierologico. Tuttavia, alcuni presidi segnalano la mancata disponibilità dei test nel proprio territorio.
Assieme al dibattito sulle modalità di riapertura delle scuole, riemerge il ginepraio sulla capienza dei mezzi di trasporto. Su alcuni mezzi vige il distanziamento interpersonale con appositi cartelli posti sui sedili. Su altri, al contrario, no. Occorre inoltre effettuare una distinzione fra i trasporti extraurbani e quelli urbani, più affollati e movimentati. Il Governo ha stanziato dei fondi per aumentare la flotta, tuttavia sembra difficile riuscire a raddoppiare il numero dei mezzi entro il 14 settembre, data del rientro in classe – anche se si ricorda che la data di riapertura è di competenza regionale.
Tra l’altro, non è ancora chiaro se la temperatura dei bambini dovrà essere misurata dai genitori a casa oppure unicamente all’ingresso delle scuole. I sostenitori ritengono che il doppio controllo della temperatura possa scoraggiare tutti quegli adulti che, anche in tempi precedenti al Covid-19, portano i propri figli a scuola anche con la febbre. Ma si spera che dopo la chiusura e l’isolamento, gli adulti siano molto più responsabili.
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