“That’s life”: il tributo di Gianluca Guidi al mito Sinatra

Musica di scena al teatro Nino Manfredi di Ostia

Sei serate sold out, in teatro, con le arie più belle del musical americano rese immortali da uno dei cantanti più famosi ed amati nel mondo, Frank Sinatra.

Un’operazione musicale ardita se si pensa al contesto in cui è stata concepita e realizzata e, cioè, ad Ostia. Una realtà molto chiacchierata per le sue infiltrazioni mafiose e, in campo musicale, più conosciuta per i disco-bar estivi e le guerre sui decibel che per iniziative artistiche di rilievo, men che meno se parliamo poi di jazz.

Ed, invece, è ciò che è riuscito in pieno a Gianluca Guidi con il suo concerto-tributo a “The Voice” al Teatro Manfredi  dall’11 al 16 ottobre scorsi.

Una formidabile sequenza di splendide canzoni diventate così famose e classiche da entrare a far parte di diritto degli “standard jazz”, ossia quei brani che possono essere suonati, in qualsiasi parte dal mondo, anche da musicisti che non si conoscono tra loro.  E quindi via con “Fly me to the moon”, “Mack the knife”,“The lady is a tramp”.

La voce profonda e potente di Guidi interpreta al meglio e con personalità brani in cui lo swing è padrone, ma anche ballad come “All the way” (stupenda), più raccolte e più difficili (chi è del mestiere lo sa) da eseguire.  In questo bisogna dire che il talento di Guidi è innegabile.

Ma bisogna dire anche che la riuscita dello spettacolo è dovuta anche alla sua innata verve ironica e, da attore, alla conoscenza dei ritmi e dell’improvvisazione che fanno da linea conduttrice tra un brano e l’altro e riescono a calamitare l’attenzione del pubblico che viene ripetutamente coinvolto.

Divertito e divertente, a tratti irresistibile con le sue gag nate anche da vita artistica vissuta ( straordinario è il racconto dell’impresario di sagre paesane e la esilarante descrizione dei suoi pittoreschi ed improbabili personaggi).

Altra prerogativa di Guidi è l’autoironia, il non prendersi troppo sul serio, cosa al giorno d’oggi sempre più rara con tanti cantanti presunti e presuntuosi. Anche il suo rapporto con i  celebri genitori viene affrontato e descritto con bonario affetto diventando anch’esso  spunto per un estemporaneo confronto con il pubblico.

Infine, veramente degna di nota è la band (Claudio Colasazza al piano, Daniele Basirico al contrabbasso e Amedeo Ariano alla batteria), un trio di tutto rispetto per preparazione,  energia e swing.  Molto bella è stata l’esecuzione di “Take the A train” ,  brano strumentale di apertura.

E quindi grazie al Teatro Manfredi, che si è prestato per una sera alla musica, e grazie, soprattutto, a Gianluca Guidi e ai suoi compagni di viaggio, nella speranza che abbiano fatto da apripista squarciando la inspiegabile cortina che avvolge l’attività artistica del litorale romano.

Hai visto mai…..Così è la vita!

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