Toghe Rosso Sangue La vita, la morte dei magistrati italiani assassinati
In Italia 29 magistrati hanno perso la vita per mano della mafia, della ‘ndrangheta, del terrorismo nero, di quello rosso, di soliti ignoti o di tristemente noti
L'8 e il 9 aprile il Teatro Sala Vignoli apre il suo sipario su Toghe Rosso Sangue, uno spettacolo di Francesco Marino scritto da Giacomo Carbone. Il testo, ispirato da Paride Leporace, vede in scena Francesco Polizzi, Emanuele Valiante, Diego Migeni, Sebastiano Gavasso e ha ottenuto il patronicino dell'Associazione Nazionale Magistrati.
In Italia 29 magistrati hanno perso la vita per mano della mafia, della ‘ndrangheta, del terrorismo nero, di quello rosso, di soliti ignoti o di tristemente noti. Il primo, Antonino Giannola, ucciso il 26 gennaio del 1960 nel Palazzo di Giustizia di Nicosia, l’ultimo, Fernando Ciampi, il 9 aprile 2015 nel Palazzo di Giustizia di Milano. Con pochissime eccezioni, oltre alla pena di morte decretata dai mandanti e decantata dagli esecutori, tali magistrati hanno subito una nuova morte: l’oblio.
Da qui, dalla voglia di “fare memoria”, conoscere quella parte di storia italiana a volte dimenticata e messa in ombra, nasce Toghe Rosso Sangue, tratto dagli scritti di Paride Leporace, e diventato spettacolo teatrale con il patrocinio dell’ANM – Associazione Nazionale Magistrati, in scena a Roma alla Sala Vignoli l'8 e 9 aprile e al Teatro Argentina in una speciale matinee il 12 aprile.
La storia di questi giudici attraversa la storia dell’Italia: dagli errori giudiziari verso il singolo cittadino ai processi sommari dei Nuclei Armati Rivoluzionari, dal Padrino di Coppola e Brando alla Magliana di Placido e Scamarcio, dalle micce corte di Prima Linea ai lunghi strascichi di Via D’Amelio, dalla sabbia e dal vento della Calabria alle vendette delle ‘ndrine per le vie della grigia Torino, dalle stragi di Stato allo stato di scomparso di Paolo Adinolfi.
In scena Sebastiano Gavasso, Diego Migeni, Francesco Polizzi, Emanuela Valiante: quattro voci, quattro attori, quattro anime avvolte da un’atmosfera tra il realismo e il noir e da una scenografia essenziale, che mirano con rabbia e con amore a un teatro che non spettacolarizza ma, senza condanne né valutazioni politiche, silenziosamente grida un omaggio a uomini morti nell’adempimento del loro dovere: un omaggio al loro senso dello Stato.
“Uno spettacolo che ha per tema la vita e la morte dei magistrati italiani assassinati nel nome della giustizia, grazie al quale si rinnova la loro memoria e il senso dello Stato che li ha accompagnati nella loro vita e nella loro professione”. Rita Borsellino sorella di Paolo Borsellino
“Fare memoria significa fare tutti insieme la storia del nostro Paese. Lo Stato dimentica con grande facilità. Il periodo del terrorismo è stato terribile e viene ricordato in maniera poco chiara. La lotta alla mafia, che ha visto tanti morti tra giudici e forze dell’ordine, ancora è lontana dalla fine. Anche ricordare le pagine più dolorose significa trovare messaggi, forza e modelli per poter andare avanti, verso quel mondo più giusto che queste vittime volevano raggiungere” Simona Dalla Chiesa figlia del Generale Dalla Chiesa
Saranno presenti magistrati esposti in prima linea e membri delle associazioni antimafia. TEATRO SALA VIGNOLI Via Bartolomeo D’Alviano, 1, 8 e 9 aprile 2017, sabato ore 21.00 domenica ore 19.00