A Tor Bella Monaca i bambini vengono usati come sentinelle (e anche pagati, con vere e proprie tariffe giornaliere) per avvertire dell'arrivo delle forze dell'ordine, ai quali vengono posti ostacoli fissi per impedire il passaggio.
Una piazza di spaccio a cielo aperto il cui giro d'affari si calcola che sia di 20mila euro al giorno; la drogai infatti viene nascosta ovunque, nelle scale e androni dei palazzi.
E non si tratta di piccoli criminali ma di clan organizzati come il Clan Moccia, Clan Gallace, mafia nigeriana, che si suddividono aree interne per lo smercio e il rifornimento di droga.
La zona più nota per la compravendita è il cosiddetto “ferro di cavallo” mentre invece al “grottino” si possono incontrare tossicodipendenti e si trovano siringhe ovunque. A “Torbella” sono state tentate diverse opere di riqualificazione ma il loro effetto è sempre stato poco duraturo.
I problemi legati a questa situazione sono anche le occupazioni abusive, gli allacci illegali alla rete idrica ed elettrica, le faide tra clan rivali. Insomma la fotografia di uno dei quartieri più problematici della capitale legato forse all'omicidio Sacchi non ne esce pulito.
Non si tratta di demonizzare una zona di Roma, ma di evidenziare una situazione di degrado sociale e culturale, per sollecitare il comune di Roma ad intervenire con maggiore solerzia e tempestività.
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