A volte ritornano. Oddio, non che se ne avvertisse particolarmente la mancanza. Tant’è siamo qui a far cronaca. Negli ultimi giorni si stanno rincorrendo, con una sempre più crescente insistenza, le voci secondo cui parrebbe sempre più scontato un ritorno di un programma televisivo andato in onda nei primi anni duemila.
Stiamo parlando di “Music Farm” una sorta di contenitore- reality musicale, che provava a far riaccendere un lumicino di speranza per illuminare cantanti da qualche tempo più o meno parzialmente dimenticati dallo star system.
Il programma, andato in onda sulle reti Rai in tre edizioni tra il 2004 e il 2006, prevedeva e documentava la permanenza degli artisti all’interno di una beauty farm in vista della relativa performance canora settimanale. Con votazione, televoto del pubblico, nomination e gara a eliminazione. Un esperimento televisivo di una ventina d’anni fa dunque, che nelle tre edizioni, registrò una percentuale di share attestatasi tra il 15% e il 17%. Non proprio un fallimento, ma nemmeno un proverbiale successo.
Sta di fatto che TV8, il canale satellite di Sky, sta seriamente pensando di tirarlo fuori dall’armadio e pare ormai certo che abbia anche individuato il conduttore. Sarà Nicola Savino, popolare conduttore in uscita dopo cinque anni da Mediaset e dall’esperienza come opinionista all’“Isola dei Famosi”, a guidare il ritorno del programma.
Se dunque le domande “Chi?” e “Che cosa” sembrano aver trovato una risposta, è la domanda “Perché” che al momento rimane sprovvista di responso. Scusate un attimo. Ma se in Rai, la riproposizione di un simile format (si chiamava “Ora o mai più”, condotto da Amadeus) recentemente non ha riscontrato il successo sperato, per quale motivo dovrebbe rifunzionare su una rete privata e caratterizzata da una percentuale di ascolti inferiore rispetto ai canali della società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo?
Certo, è la stessa che negli ultimi tempi ha riproposto una versione a metà tra “Furore” e “Sarabanda”, must della tv anni ’90, utilizzando addirittura per un breve lasso di tempo proprio uno dei conduttori che portò al successo uno di quei programmi.
Ma così francamente ci sembra troppo. La minestra (se può ancora definirsi tale) è stata già riscaldata diverse volte. E’ forse il caso di iniziare a propinare qualcosa di diverso, innovativo, rischioso certo, ma non più e non meno di quella che al momento appare la cronaca di un flop annunciato. In determinati casi, sarebbe meglio utilizzare il mai più in luogo dell’ora e in casi come questo, non è davvero il caso di concedere un’ulteriore possibilità.
Per carità, magari ci sbagliamo e il programma sarà un successo. Vorrà dire che saremmo noi allora, ad aver bisogno di un po’ di relax e beauty farm. Una sosta che, tutto sommato, faremmo anche volentieri.
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