“La Francia avrà bisogno del lockdown totale, noi no se ci comportiamo bene, ma Lazio e Campania sono a rischio”. Lo ha detto Walter Ricciardi, professore e consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza, in un’intervista a La Stampa.
“Tutte le città e le regioni sono ripartite alla pari. In primavera Lombardia e Piemonte erano i territori più colpiti, mentre ora sono Lazio, Campania e Sardegna” ha sottolineato Ricciardi, secondo il quale il rischio di tornare a un lockdown generale “dipende dai comportamenti degli italiani.
E alla domanda: studenti, insegnanti e famiglie se la stanno cavando? Ricciardi risponde: “Servono due settimane per esserne certi, ma la prima impressione è positiva. È stato importante riportare dieci milioni di persone alla normalità, che però va assicurata nel tempo”.
E sugli stadi che rimangono limitati a mille persone all’aperto e 200 al chiuso afferma: “Non può essere che così in un momento di circolazione intensa del virus. Bisognerà aspettare fino a che il contagio non sarà diminuito o non sarà stato trovato il vaccino”.
In merito alla vita sociale ai tempi del covid dichiara poi: “Se si è attenti e rigorosi quella può continuare. Mi pare che nella generalità le mascherine e le distanze vengano rispettate. Anche la maggiore igiene delle mani sta azzerando i casi di malattie come morbillo e rosolia”.
Sulla movida invece avverte: “La sensazione di benessere estiva ha portato un certo rilassamento, ma ora ci sono migliaia di casi al giorno per cui è bene osservare attentamente misure come le mascherine dopo le 18 nelle zone di movida”.
E alla domanda: alcune città impongono sempre le mascherine, succederà in tutta Italia? Ricciardi risponde: “Dipenderà dai contagi. In questa fase tutte le città e le regioni sono ripartite alla pari. In primavera Lombardia e Piemonte erano i territori più colpiti, mentre ora sono Lazio, Campania e Sardegna”.
Se saremo bravi non ne avremo bisogno, anche se in alcune zone si sta perdendo il controllo come in Lazio o in Campania”.
Sul fatto invece che in Francia i Nobel per l’Economia Abhijit Banerjee e Esther Duflo hanno proposto un lockdown dall’1 al 20 dicembre per salvare i nonni a Natale riferisce: “La Francia è in una situazione difficile per cui credo che dovrà fare un lockdown totale anche prima”.
“Bisogna tenere presente – osserva – che i contagiati effettivi sono circa cinque volte quelli accertati, ma non è tanto il numero che conta quanto come questo preme sul sistema sanitario.
In Francia le terapie intensive di Marsiglia e Nizza cominciano a spostare pazienti a Parigi e questo con i contagi crescenti non può che portare al lockdown”.
Sull’ipotesi lockdown in Italia spiega poi: “Il lockdown generale spero sia difficile, ma tutto dipende dai comportamenti degli italiani. Se saremo bravi non ne avremo bisogno, anche se in alcune zone si sta perdendo il controllo come in Lazio o in Campania”.
Sulle differenze tra Francia e Italia precisa: “Ci sono delle differenze, per esempio in Francia non c’è la quarantena obbligatoria o in Inghilterra solo da poco le mascherine vanno indossate dal personale dei ristoranti. Certo Spagna, Israele, Belgio, Olanda e Danimarca peggiorano e purtroppo non esiste una strategia comune. L’unica possibilità è limitare i movimenti delle persone da e per gli stati compromessi”.
Ricciardi parla anche di quello che potrebbe accadere tra due settimane: “Un peggioramento della situazione, spero – dice – non intenso, con più pressione sugli ospedali anche per l’arrivo di raffreddori e influenze. Per questo è importante il richiamo alle precauzioni e il vaccino antinfluenzale per tutte le età.
Va anche ripresa la app Immuni, che consente un tracciamento digitalizzato più tempestivo di quello manuale”. In fine sul picco del contagio: “E’ troppo presto, ma potrebbe essere a dicembre o a gennaio-febbraio, quando arriverà l’influenza e porterà un po’ di confusione nel riconoscere il coronavirus intasando gli ospedali. Se saremo bravi nel rispettare le misure però supereremo l’una e l’altro”. (Dire/Adnkronos)
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