Le conseguenze politiche della guerriglia anti-rom di ieri non tardano a farsi vedere. Via la prima testa, quella di Michela Micheli, la direttrice dell'Ufficio speciale Rom, Sinti e Caminanti. Organo istituito nel luglio del 2007 dalla giunta pentastellata che ha il compito di coordinare la chiusura dei campi e il ricollocamento delle famiglie.
Ecco le parole di alcuni membri dell'entourage della sindaca, subito dopo le scene di violenza, con riferimento alla direttrice Micheli: «Ha deciso tutto da sola, senza avvertire nessuno, né noi, né il Municipio interessato. Magari formalmente l'atto è incontestabile, ma il metodo sicuramente non ha funzionato, se questi sono i risultati». Questa la causa della rimozione della responsabile. Virginia Raggi «ha già chiesto il trasferimento», dicevano ieri a Palazzo Senatorio.
Obiettivo delle indagini interne volute dalla sindaca è quello di conoscere e quindi essere in grado di valutare la «catena di errori» all'origine degli scontri di via dei Codirossi. Con auto bruciate, fra le quali un veicolo della Sala operativa sociale del Comune. Con cassonetti buttati per terra a mo' di trincee. Con calci, pugni, sputi e urli fascisti rivolti ai piccoli pullman dove sono stati caricati i primi 18 rom, per il trasferimento in altre strutture del Campidoglio, nonostante la scorta della Polizia locale.
Ma dove saranno spostate le famiglie rom in questione? Top secret. Riserbo mantenuto ovviamente per evitare manifestazioni simili a quella di Torre Maura. Anche se tra gli addetti sul posto la location più accreditata, per 9 ospiti, è quella dell'area di Casalotti. Sulla Cassia e in zona Pineta Sacchetti altre strutture delle quali ci si potrebbe servire.
La sindaca Raggi non usa mezzi termini: quella dei trasferimenti è stata «una gestione inqualificabile». I 77 rom giunti martedì a Torre Maura erano stati spostati da un centro di accoglienza vicino, a Torre Angela, chiuso per la scadenza dell'appalto di gestione dell'impianto.
Lo sfogo del minisindaco del VI Municipio, Roberto Romanella: «È stata l'ennesima decisione calata d'alto, non ne sapevo nulla, se mi avessero consultato avrei chiarimento detto che una settantina di nomadi sono troppi per una zona già sofferente come Torre Maura, c'è il rischio di disordini». Continua così il politico del M5S: «I residenti hanno i loro motivi per manifestare, ho subito contattato il sindaco Raggi, non si può pensare di trasferire in una zona con molti problemi altri nomadi, avrebbero dovuto interpellarci, coinvolgerci nella decisione, invece niente».
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