“Questa mattina (10 gennaio 2024, ndr) abbiamo partecipato a un incontro, convocato dalla Prefettura, per individuare soluzioni a contrasto di un fenomeno inaccettabile, sempre più grave e frequente: quello delle aggressioni ai danni degli autisti e del personale frontline del Trasporto Pubblico Locale, lavoratori che ormai svolgono la loro attività temendo per la propria salute e incolumità.
Siamo consapevoli del fatto che non esiste una ‘bacchetta magica’ per far scomparire il problema, ma proprio per questo serve un impegno costante, ostinato e capillare: abbiamo richiesto la costituzione di un Osservatorio, ovvero di un tavolo permanente che abbia ruolo di monitoraggio, consultazione, confronto e proposta a tutela dei lavoratori, ottenendo la disponibilità del Comune di Roma e della Prefettura, che abbiamo apprezzato e di cui siamo soddisfatti”.
E’ quanto si legge in un comunicato della Filt-Cgil Roma e Lazio, della Fit-Cisl Lazio, della Uil Trasporti Lazio e UglFna, in cui si aggiunge che “il primo passo che abbiamo compiuto oggi è importante: siamo convinti della grande utilità di un luogo di analisi e di elaborazione di linee guida a contrasto del fenomeno delle aggressioni.
Per parte nostra, servirebbe innanzitutto l’isolamento del posto guida sui bus, con la chiusura totale delle cabine – misura, questa, che a quanto ci risulta è ormai applicata o richiesta a gran voce in tutto il mondo – e con la dotazione ai lavoratori di strumenti di autodifesa. Anche la tecnologia potrebbe, a nostro parere, fare la differenza, attraverso l’utilizzo di body cam, di impianti di videosorveglianza e allarme, di strumenti di monitoraggio da remoto dei bus e di contatto diretto con le Forze dell’ordine.
In questo contesto, sarebbe utile studiare e applicare le best practice presenti sul territorio nazionale e nel mondo: ad esempio, recentemente è stata applicata, nel Nord Italia, una ‘app’ che permette ai capitreno di localizzare, a bordo dei mezzi, eventuali appartenenti alle forze dell’ordine. In Canada è stata invece sperimentata con successo, in passato, la presenza di assistenti sociali sui bus e, in Italia, la disposizione di due guardie giurate sui mezzi o in prossimità delle fermate.
Riteniamo importante che siano analizzate le linee, gli orari e le aree che presentano maggiori criticità e che dovrebbero essere oggetto di particolare attenzione da parte delle forze di sicurezza locale”. “In ultimo, ma non per ordine di importanza – conclude la nota – si deve, a nostro parere, intervenire con un inasprimento delle pene e con una sorta di DASPO urbano per gli aggressori, prevedere corsi di formazione per i lavoratori su questi temi e campagne di comunicazione e sensibilizzazione, anche tramite cartellonistica a bordo dei mezzi”.
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