Tra le sardine di Piazza San Giovanni. Com’è profondo il mare…
È una donna nata sotto il segno dei pesci, creatura marina dei nostri tempi ma vissuta con ogni probabilità in Atlantide…
È una donna nata sotto il segno dei pesci, creatura marina dei nostri tempi ma vissuta con ogni probabilità in Atlantide in una sua antica incarnazione, che quest’oggi vi parlerà di pesci. Già capito che protagonista sarà la sardina? D’altronde dopo la manifestazione di Piazza San Giovanni già si è scritto molto al riguardo, ma non posso esimermi dal raccontare la mia sensazione diretta di fluttuare in quel mare di gente colorata e animata di energie positive, sardina tra le sardine.
Il tema dei pesci era già nell’aria diversi mesi fa, quando sull’onta- onda di innumerevoli naufragi di innocenti transfughi, si era levata la protesta e la solidarietà di un movimento formato per lo più da gente di spettacolo, artisti, intellettuali: “Non siamo pesci”. Ora, sono certa che sia confluito nel mare straripante delle sardine, ecco cosa gridavano sotto Montecitorio quasi un anno fa:
“Vogliamo dare voce a un’opinione pubblica che esiste e che di fronte a una tale tragedia chiede di ripristinare il rispetto delle leggi e delle convenzioni internazionali, e soprattutto del senso della giustizia. A cominciare con il consentire alle navi militari e alle Ong che salvano le vite in mare di poter intervenire. E a chi finge di non conoscere le condizioni di quanti – grazie anche a risorse e mezzi italiani – vengono riportati nei centri di detenzione libici, chiediamo di fare chiarezza sul comportamento e sulle responsabilità della guardia costiera libica. E sulle cause dei più recenti naufragi, come quello che ha causato, in ultimo, la morte di 117 persone, rendendo pubblici documenti, comunicazioni e video relativi.”
Non so se il motivo possa essere stato l’ostilità del governo giallo-verde, ma non mi sorprenderebbe ricordando le repressioni inaccettabili verso i manifestanti anti- Salvini, fatto sta che questa bella iniziativa non sembra aver ottenuto troppo ascolto. Sicuramente sabato in piazza c’erano molti di loro e, questa volta, hanno potuto liberamente e potentemente esprimere il proprio dissenso alla deriva morale del nostro paese. Un popolo che ha in mano la preziosa e non scontata possibilità di scendere in piazza e protestare senza mettere a rischio la propria vita, un mare di sardine e persone che non si colora di rosso sangue per repressioni inaccettabili come sta accadendo in troppe parti del mondo, ma vibra dello spettro di colore dell’intero arcobaleno. Un movimento di giovani?
Sicuramente tanti giovani, ma altrettanti meravigliosi uomini e donne mature, giovani padri con bimbi in spalla, fratelli e sorelle di tutte le razze e orientamento sessuale, nonché le “sardine nere”, comprensibilmente esultanti nell’ascoltare che tra i punti delle sardine, tuona la proposta di abrogare il decreto Salvini. Tra loro c’è chi si esprime con la musica colmando le distanze e chi, in modo doverosamente crudo, denuncia a pieni polmoni: “finché l’Italia, e non solo l’Italia, continuerà a vendere armi ai leader dei paesi africani, stragi e guerre macchieranno la coscienza di tutti”.
Insomma, è stato bello farsi cullare da onde di bella e ispirata umanità, accompagnati da canti di speranza e unità. Oltre a questo solo, evitando di dare spago a polemiche e dietrologie, solo un auspicio: che questo tsunami di speranza e unione di intenti positivi, dia una scossa inarrestabile alle coscienze assopite e che magari svegli anche la bella addormentata che giace nei nostri boschi in via di distruzione: mi riferisco ai Verdi, inammissibile assente nel nostro bel paese, paradiso quasi perduto.