Cronaca

Trasporti: notte di ordinaria vergogna sul treno Roma – Cassino

Ieri sera il treno delle 20.42 partito già non in orario da Roma Termini e diretto a Cassino ha accumulato ben 116 minuti di ritardo dopo sole tre stazioni. Ne siamo stati testimoni a bordo e il nostro giornale lo racconta ai suoi lettori e alle associazioni locali dei pendolari, già furenti per i precedenti storici negativi simili avvenuti su questa importante tratta ferroviaria suburbana. Anche ieri sera i vagoni erano pieni zeppi di lavoratori che hanno bivaccato per un’ora tra i binari della stazione di Ciampino, dove sono affiorati i motivi dell’interruzione del servizio: era andato fuori uso l’impianto elettrico di segnalazione. Se confermato, si tratterebbe di un guasto che avrebbe potuto causare un incidente spaventoso. Sono dovute intervenire le squadre d’intervento delle FF.SS., con i vigili del fuoco pronti ad intervenire nell’eventualità di scintilla e incendio. Il convoglio è lentamente ripartito, solo per fermarsi nuovamente prima della stazione di Colle Mattia.

Chi scrive avrebbe dovuto scendere poco dopo le ore 21 alla stazione di Valmontone per assistere verso le 22 all’inaugurazione di “Caput Lucis”, l’annuale manifestazione internazionale di fuochi pirotecnici musicali. Ovviamente costretto a  rinunciarvi, ancora a bordo avevo chiesto al capotreno a che ora sarebbero transitati sul binario opposto i convogli per il ritorno a Roma. La risposta è stata che non lo sapevano, ne lui ne’ il macchinista! E non potevano controllare i transiti sul website di Trenitalia poiché in quel punto il collegamento internet non era possibile. Ma sulla linea Roma-Cassino-Frosinone ciò accade spesso e a maggior ragione è inconcepibile anche la mancanza di un orario cartaceo a bordo. Uno strumento indispensabile per il lavoro del ferroviere, la sua assenza un affronto per il passeggero. Sceso alla stazione di Zagarolo apprendo che l’ultimo treno per tornare a Roma è già passato, prima delle 23. Il successivo sarebbe partito all’alba di oggi.

La mancanza di responsabilità e di vicinanza al passeggero pagante di Trenitalia fa cadere la braccia. Nessuna bottiglietta di acqua minerale fornita durante l’attesa, ne’ alcun risarcimento per il ritardo sofferto, che invece è ottenibile per i treni ad alta velocità. In altre parole, discriminazione tra passeggeri cittadini. Il tempo perso non è uguale per tutti, colui che paga meno non ha diritti. La differenza di trattamento nel sevizio pubblico degli altri paesi è evidente. In Inghilterra, patria della prima linea ferroviaria, in casi del genere non si lasciano i passeggeri bloccati per quasi due ore tra due stazioni in aperta campagna. British Railways cerca subito di rimediare al disagio fornendo a sue spese autobus e taxi sostitutivi che trasportano i passeggeri nelle varie fermate di destinazione previste dal tragitto del treno. L’Italia ha dato i natali a grandi geni e creatori, dei quali noi tutti siamo fieri. Ma creare non è sufficiente.  Se un Paese funziona lo si vede dalla manutenzione costante successiva.     

Redazione

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