Tromba d’aria a Fregene, si contano i danni tra lidi allagati e pini crollati
Sui social gli utenti divisi tra chi rimprovera le precedenti amministrazioni per non aver realizzato le barriere frangiflutti e chi invece attribuisce la colpa ai gestori degli stabilimenti per aver costruito le loro strutture in muratura troppo vicino al mare
Fregene è una frazione del comune di Fiumicino, nella città metropolitana di Roma Capitale. È un centro balneare situato sulla costa tirrenica, a circa 30 chilometri da Roma. Questa mattina la comunità di Fregene si è svegliata dovendo fare la conta dei danni causati dal maltempo. Il piccolo centro di villeggiatura alle porte di Roma è stato colpito da una tromba d’aria che ha provocato diversi danni agli alberi e alle strutture civili.
Ciclone Ciaran
Sono gli effetti dell’arrivo sul litorale laziale della seconda ondata del ciclone Ciaran, uno dei più devastanti a colpire l’Europa negli ultimi anni.
I danni
Nello specifico alcuni pini sono crollati in via Castellammare, la strada principale del centro. In un caso l’albero, rimasto pericolosamente piegato a 45 gradi, ha causato ingenti danni alla veranda di un locale a causa del sollevamento delle radici dal sottosuolo.
In via Nettuno, invece, all’interno di una proprietà privata, un albero è crollato sul tetto di una villa. Il vento, poi, ha causato il crollo di alcune parti di tetto in diversi villini presenti nella zona centrale del centro. Danni anche sulla spiaggia. Le forti mareggiate della notte e della prima mattina hanno colpito sia Ostia che Fregene.
Reazioni sui Social
Sui social, in particolare, sono state mostrate le situazioni di due stabilimenti: l’Arcobaleno, dove sono parzialmente crollate le cabine, e il Lido. Qui l’acqua del mare, dopo aver guadagnato circa 100 metri sovrastando la spiaggia, ha invaso buona parte dei locali commerciali.
Molte le reazioni sui social con gli utenti divisi tra chi rimprovera le precedenti amministrazioni per non aver realizzato le barriere frangiflutti e chi invece attribuisce la colpa ai gestori degli stabilimenti per aver costruito le loro strutture in muratura troppo vicino al mare “senza rispettare la natura”.
(Red/ Dire) *Foto in copertina, immagine di repertorio