Truffe online, bottiglie d’acqua al posto di elettrodomestici. Arrestati due di Anzio
Dopo quelle basate sui timori della pandemia, le truffe mettono in scena la vendita di elettrodomestici. Ma stavolta fanno un buco nell’acqua
Indossavano le divise di un noto corriere espresso e si presentavano a casa degli “utenti”. Ma al posto degli elettrodomestici consegnavano pacchi pieni di bottiglie d’acqua. Il 6 ottobre i Carabinieri della Stazione Roma Trastevere hanno fermato un 63enne e un 39enne di Anzio, suocero e genero, mentre inscenavano la “consegna” a via dei Colli Portuensi.
La truffa iniziava sul web, dove i due fingevano la vendita di elettrodomestici sui siti di compravendita. Una volta intercettato l’ignaro cliente, si presentavano sotto casa con pacchi fasulli riempiti con bottiglie d’acqua per simulare il peso della merce. Una volta intascato il pagamento in contanti, andavano via.
Dopo la denuncia da parte di un cittadino romano oggetto della truffa, i Carabinieri hanno avviato le indagini che si sono concluse ieri a via dei Colli Portuensi. I due, già con precedenti, avrebbero dovuto riscuotere 320 euro in contanti e sono stati condotti in caserma per truffa in concorso.
Truffe: non solo gli elettrodomestici, ma anche i tamponi al centro dell’azione dei malviventi
Forti anche del senso di vergogna e di impotenza delle vittime, spesso anziani, i truffatori approfittano anche della pandemia. “Si presentano con tesserini e divise di Croce rossa, Protezione civile, aziende sanitarie o impiegati del comune e si offrono di eseguire il tampone“, dice la Polizia di Stato. Ma il vero scopo è di introdursi in casa e compiere furti. Per questo motivo la scorsa estate le ACLI – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani di Roma hanno creato delle pillole video anti-truffa. L’obiettivo è sensibilizzare i cittadini, anziani e non, a riconoscere gli stratagemmi dei malviventi.
Per quanto riguarda le truffe online, lo scorso febbraio la Sezione Anticrimine del Commissariato di Cisterna di Latina ha individuato un 20enne di Taranto che simulava la vendita di un telefono Iphone a 400 euro. Il giovane intascava il pagamento effettuato attraverso una poste pay ricaricabile e, non pago, pretendeva un ulteriore versamento accusando il cliente stesso di aver inscenato un raggiro.