L’inizio del 2025 si è rivelato particolarmente impegnativo per il Servizio veterinario – Area sanità animale e igiene degli allevamenti dell’Asl di Viterbo che, come riporta ViterboToday, ha dovuto affrontare due focolai di scrapie rilevati in allevamenti ovi-caprini a Civita Castellana e Castel Sant’Elia. La gestione dell’emergenza ha comportato l’abbattimento di 288 animali, con l’erogazione di indennità di abbattimento per un totale di quasi 40mila euro, come disposto da una delibera del commissario straordinario.
La scrapie è una delle Encefalopatie spongiformi trasmissibili (TSE), un gruppo di malattie neurodegenerative che colpiscono il sistema nervoso centrale di diversi animali. Spesso soprannominate la “mucca pazza delle pecore”, queste patologie non sono trasmissibili all’uomo, ma rappresentano una grave minaccia per gli allevamenti per il loro decorso sempre fatale e per i danni economici che comportano.
L’incubazione della scrapie è lunga e può durare persino anni, per cui ne è deducibile che il decorso è lento, ma invariabilmente letale; i sintomi, che includono alterazioni neurologiche, comportamentali e motorie, colpiscono soprattutto pecore, capre e mufloni, ma esistono determinate varianti che interessano altre specie animali.
Questa malattia è conosciuta da secoli: la prima descrizione risale al 1730, e da allora sono state individuate numerose varianti, tra cui la malattia del dimagrimento cronico del cervo e l’encefalopatia spongiforme felina.
Gli allevatori di Civita Castellana e Castel Sant’Elia hanno ricevuto un risarcimento per sopperire alle perdite subite in seguito all’abbattimento degli animali infetti. Le indennità sono calcolate considerando sia il valore economico degli animali abbattuti sia i mancati introiti derivanti dalla perdita di produzione di latte. A Civita Castellana sono stati abbattuti 207 ovini, per un’indennità liquidata di oltre 26mila euro; a Castel Sant’Elia, invece, i capi abbattuti sono 81 e l’indennità ammonta a circa 11mila euro.
Sebbene la scrapie non rappresenti un rischio diretto per l’uomo, la gestione dei focolai è una sfida complessa per gli allevatori, che si trovano a fronteggiare, quindi, ingenti e significative perdite economiche, legate alla riduzione del bestiame e della produzione lattiero-casearia; inoltre, diventa ancora più fondamentale rispettare rigide misure sanitarie, al fine di contenere la diffusione della malattia.
Il Servizio veterinario dell’Asl di Viterbo ha adottato tutte le misure necessarie per contenere la diffusione della malattia. Gli abbattimenti sono stati eseguiti secondo le normative vigenti, con il monitoraggio costante degli allevamenti della zona per escludere ulteriori casi di infezione.
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