Tutti in ferie d’agosto: Marchionne lo definiva il “provincialismo italiano”
Marchionne: “Nel 2004 la Fiat perdeva 5 milioni al giorno. Io arrivo in azienda dall’estero ad agosto e non trovo nessuno. Al guardiano chiedo: Ma la gente dov’è?”
Andare in vacanza tutti insieme nelle stesse settimane crea più problemi che vantaggi. Se si studiassero forme di ferie distribuite nell’arco dell’anno, per chi se lo può permettere, ne guadagneremo tutti e anche l’economia nazionale.
Marchionne e la sua idea di provincialismo sulle ferie
Sergio Marchionne, dirigente del gruppo Fiat, nel 2013, in un intervento all’Università Bocconi di Milano parlò del “provincialismo italiano” relativo alle ferie:
“Nel 2004 la Fiat perdeva 5 milioni al giorno. Io arrivo in azienda dall’estero ad agosto e non trovo nessuno. Al guardiano chiedo: Ma la gente dov’è?
Sono in ferie? Mi dice il guardiano.
Resto perplesso: In ferie da cosa? Domando incredulo.
Sono via per le ferie d’agosto!
Non c’era una persona. In un’azienda che era una multinazionale! Considerate che in Brasile e negli Stati Uniti ad agosto si lavora. Se ne fregano delle ferie tutti insieme. La Fiat invece chiudeva. Trovo questo un atteggiamento molto provinciale. Noi siamo la Fiat e decidiamo quando il mondo va in ferie per due settimane minimo. Per me è una pirlata. Il mondo se ne frega di noi. Che siamo belli, che sappiamo cantare, che abbiamo il maggior numero di monumenti antichi al mondo… se ne fregano.”
Perché andare in vacanza tutti insieme nello stesso mese?
Già perché noi Italiani andiamo in ferie ad agosto tutti insieme? Sono anni che ce lo chiediamo. Il Paese si paralizza. Le città si svuotano. I servizi non funzionano. Oltretutto fare le ferie tutti allo stesso momento fa aumentare i costi, crescono i disagi, ci sono più problemi ad andare in giro.
Ovviamente Marchionne non si rese conto che in Brasile le vacanze si fanno per il Carnevale a febbraio, perché ad agosto è inverno e sarebbe illogico. Ma negli Stati Uniti e in molti paesi occidentali non c’è questa assurda abitudine di un popolo che parte per il mare tutto nello stesso momento.
In altri Paesi non si va in vacanza tutti nello stesso mese
La situazione tipica negli Usa sono 26 giorni di ferie l’anno più i festivi. Questo non vale ovviamente per tutti, ci sono settori che ne offrono meno e altri di più. Una cosa che però non vedi sono tutte le aziende chiuse nello stesso periodo d’estate o in inverno, per due o tre settimane come in Italia. Anche fare due settimane di ferie di fila è abbastanza raro, agli Americani piace incollare i giorni di ferie ai weekend lunghi, facendo quindi una settimana in giro per luoghi sempre diversi. Sia che restino nel loro Paese sia che vadano all’estero questa opportunità consente loro di poter sfruttare gli altri climi a proprio vantaggio e di poter viaggiare anche nei periodi di bassa stagione, risparmiando non poco sui biglietti aerei e sugli hotel.
In Russia per esempio il ferragosto non esiste e di conseguenza nemmeno le vacanze. Non esistono le ferie di Natale, non esistono ponti e ponticelli e non esistono vacanze pasquali, da notare che si lavora anche la domenica in tutti i settori, anche le poste e le banche. In Italia ogni occasione invece è buona per fare vacanza. Al contrario dell’ Italia, i russi vanno in vacanza dal primo gennaio a metà mese. In genere scappano verso sud, Dubai e altri Paesi del Medio Oriente. Prima della guerra molti andavano anche ai Caraibi e nel Sud est asiatico. Per quanto spendevano in quei posti aspettano a gloria che possano tornare.
Siamo costretti ad andare in vacanza ad agosto, anche controvoglia
Viaggiare ad agosto, quando tutti vanno in ferie, agli Italiani non conviene nemmeno. Questo qualsiasi padre di famiglia ce l’ha presente, anche se non può farci niente. Lui prenderebbe le ferie in altri momenti, come fanno gli americani, ma la scuola dei figli chiude d’estate, da giugno e luglio fino a settembre. Una volta a settembre si facevano gli esami di riparazione, non so neanche se ci siano ancora ma comunque resta libero solo il periodo dal 15 luglio al 20 agosto per essere completamente liberi di andare in vacanza. Prima ci sono incombenze da chiudere e dopo riprende l’attività di tutti i settori.
Andare ad agosto ci espone però a una serie di problemi che possono anche determinare il fallimento delle vacanze stesse, da momento di relax a ulteriore stress. Ad agosto c’è troppa gente in giro. Mi riferisco all’Italia ma è così in tutto il mondo, perché è sempre l’estate è il periodo di vacanza maggiormente preferito dagli europei. I momenti di alta stagione turistica nel mondo sono principalmente due: l’estate e le vacanze di Natale. Pasqua funziona più per gli spostamenti interni a ciascun paese. Queste due stagioni sono anche le più costose per i voli aerei e per il costo delle camere d’albergo, degli Airbnb e degli appartamenti privati.
Più gente in giro, più problemi per tutti, più stress
Più gente significa anche più sporcizia. Nei bagni, negli hotel, nelle spiagge, in qualsiasi località turistica si deve far fronte auna presenza inusuale di turisti. Cittadine di 5.000 abitanti ne ospitano fino a 100.000 e si capisce benissimo che il meccanismo che regola tutto possa saltare. Se siamo al mare non ci lamentiamo se è sporco. Dove si scaricano le acque nere delle cittadine sulla costa? Più gente, più rifiuti. Sporcizia va di pari passo con inquinamento. Un numero maggiore di auto, moto, barche a motore produrrà più scarichi inquinanti. Un numero maggiore di commensali nelle osterie produrrà più rifiuti, più pranzi, più apparecchi di aria condizionata in funzione giorno e notte. Sia che ci si muova con un mezzo a motore o in treno o in aereo il risultato sarà di maggior inquinamento comunque. Anche chi è arrivato a piedi poi prenderà un bus, un taxi, un’auto a noleggio per andare e tornare dalle spiagge e dagli itinerari di montagna preferiti.
Nei luoghi di vacanza la gente ha dei ritmi meno frenetici
Siamo in posti dove non sono abituati a prestare servizio a tanta gente, quindi si allungano i tempi di attesa nei ristoranti, nei bar, nelle farmacie, nei negozi in genere. Chi non vive in città ha altri ritmi vitali, non vive la vita con la frenesia del turista in vacanza. Questo spazientisce chi sta in fila mentre vorrebbe stare in spiaggia. Con tante ordinazioni può capitare l’errore. Camerieri improvvisati, che d’inverno fanno gli studenti o altri mestieri, non hanno la capacità di gestire tante ordinazioni allo stesso tempo. Il cliente si spazientisce ma anche il cameriere si sente sotto pressione e risponde male. Il circuito malefico dello stress si ripercuote sui clienti che non passano un’ora felice a tavola.
Peggio quando arriva, sempre in ritardo, il conto. Non ci stiamo. È troppo caro. Non avevamo previsto di spendere così tanto per mangiare male. Inoltre ad agosto in Italia fa troppo caldo. A luglio forse è anche peggio, perché agosto è il mese delle prime burrasche e degli acquazzoni. Non auguro a nessuno di passare una settimana di vacanza sotto la pioggia. Ma succede. Specie verso la fine d’agosto, invece settembre poi è bellissimo e ottobre meglio. Ma chi va in vacanza a ottobre se ha famiglia? Dicono poi che ad agosto le vespe e le zanzare siano più aggressive. Ci sono le zanzariere e il repellente d’accordo, ma compiaceva il mio sadismo, ricordarlo a chi non ha scelta.
Le ferie le ha inventate l’Imperatore Ottaviano Augusto
L’origine di questa consuetudine è più antica di quanto si potrebbe immaginare e risale addirittura agli antichi Romani.
Ai tempi di Roma antica la maggior parte delle persone si dedicavano all’agricoltura e in particolare alla coltivazione del grano. Dato che la raccolta del cereale avveniva a luglio, agosto era un periodo di pausa per tantissime persone. Così, nel lontano 18 a.C. l’Imperatore Ottaviano Augusto decise di istituire le feriae Augusti per il 1° agosto, designando ufficialmente questo mese come periodo dedicato al riposo. In seguito la Chiesa cattolica per far coincidere la festività con il giorno dell’Assunzione di Maria spostò il Ferragosto a metà del mese.
Le industrie dovettero adattarsi alle chiusure generalizzate d’agosto
Adesso il settore agricolo si è fortemente ridimensionato e grazie all’aria condizionata il caldo estivo non è più un ostacolo al lavoro in spazi chiusi, come uffici e fabbriche. Quindi verrebbe a cadere la motivazione originarie delle ferie dell’antica Roma.
Nel ventennio fascista il regime, attraverso le associazioni dilettantistiche, favoriva con sconti sostanziosi le brevi gite dei lavoratori a cavallo di Ferragosto (13-14-15 agosto). In seguito, durante il boom industriale molte fabbriche avevano l’abitudine di chiudere la settimana di Ferragosto, spingendo anche tutto l’indotto a fare altrettanto. Le ferie scolastiche, a differenza di altri paesi europei, che le diluiscono in più momenti, in Italia sono quasi tutte concentrate in estate. Per le famiglie con bambini le possibilità di compiere viaggi nel resto dell’anno sono quindi limitate. Per tutti questi fattori ci troviamo ad andare in vacanza tutti ad agosto.
Molte aziende preferirebbero diversificare le ferie del personale
Nelle due settimane di agosto la spesa degli italiani è di oltre 11 miliardi. L’interesse maggiore è quello delle aziende del settore turismo, ristorazione e vacanze. A Ferragosto tutti vogliono andare al mare, come da tradizione. Nelle due settimane centrali – dall’8 al 21 agosto – si concentrano le vacanze di 14 milioni di italiani, dei 22 milioni in viaggio in questo mese, così almeno è stato nel 2022. Tuttavia se le aziende potessero gestire un piano ferie differenziato per categorie di lavoratori e in più momenti dell’anno, questo semplificherebbe molto l’organizzazione e la gestione del personale. Se tutti gli impiegati se ne vanno nelle stesse settimane, interi reparti devono restare chiusi, mentre ci sono aziende che dovendo lavorare con l’estero, avrebbero bisogno di non chiudere del tutto.
Per le aziende che rimangono aperte, in agosto diventa difficile preservare il livello di produttività ed erogare regolarmente i propri servizi perché non trovano attorno a loro lo stesso livello di presenza attive. Gli uffici amministrativi chiudono, altri lavorano a ranghi ridotti e con tempi più lenti. Molte aziende dell’indotto, chiudendo, di fatto impediscono di poter proseguire l’attività come si vorrebbe. Senza considerare che chiudere un’attività per più settimane e riaprirla più avanti comporta inevitabilmente degli sforzi extra. Come un motore che deve riaccendersi e rimettersi in cammino.
Le ferie retribuite sono regolamentate dalla Legge fin dal 1948
In Italia il tema delle ferie venne trattato per la prima volta nel 1927, sotto il regime fascista, con la Carta del Lavoro. È solo con la Costituzione del 1948 però, che vengono ufficialmente introdotte le ferie retribuite per come le intendiamo oggi. Nel nostro Paese il calcolo delle ferie è tutelato dalla legge e prevede che un lavoratore dipendente abbia diritto a un minimo di 26 giorni, equivalenti a quattro settimane di lavoro, di cui la persona assunta dell’azienda può usufruire se ha svolto la propria attività lavorativa per un anno, salvo permessi annoverati o meno.
Le ferie residue non si perdono, restano a disposizione del dipendente. Se non vengono godute per l’INPS è come se fossero state utilizzate, quindi al datore di lavoro spetta l’obbligo di versare i contributi previsti.
I giorni festivi in Italia, festività ufficialmente riconosciute come giorni non lavorativi, sono 11 (non considerando la domenica di Pasqua, già festivo) e sono stabiliti in date precise, tranne il Lunedì di pasquetta che segue il calendario del giorno pasquale variabile negli anni.
Il maggior numero di feste a tinte nazionaliste si possono trovare a Mosca (che in totale ne ha 8 tra cui Il Giorno della difesa della Madrepatria).
Il maggior numero di giorni di ferie spetta agli Usa
La società americana Get Voip, incrociando dati forniti da Ocse, dal Center for Economic and Policy Research e dall’International Labor Organization, con le leggi sul lavoro di ogni singolo Paese, ha stilato una classifica mondiale dei Paesi con più ferie e festività, selezionando diversi Stati.
Al primo posto ci sono gli Usa, con ben 36 giorni di ferie, 26 + 10 di festività nazionali) l’Austria con 35, segue il Portogallo con altri 35 (22 di ferie e 13 di feste nazionali), in Spagna sono 34 (22 + 12), in Italia 32 (22 + 10), in Francia 31 (20+11) come in Germania 31 (20+11), in Belgio 30 (20+10) come in Nuova Zelanda 30 (20+10), in Irlanda 29 (20+9) e in Gran Bretagna 28 (20+8). In Danimarca il dipendente ha diritto a cinque settimane di ferie annuali, che non saranno però retribuite. Ci lamentiamo spesso dell’Italia ma per le ferie siamo uno dei paesi con più giorni di vacanza pagati.