Dal 12 novembre, su Raitre alle 20.30 va in onda “Alla lavagna!”, un programma prodotto da Endemol Shine Italy in collaborazione con la Rai, nel quale personaggi della politica, dello spettacolo e del giornalismo si sottopongono alle domande degli alunni. Sono 18 bambini italiani apparentemente “senza peli sulla lingua” che interrogano, con un po’ di pepe, ma molto bonariamente, il vip di turno. Ad aprire le danze è toccato al Ministro degli Interni Matteo Salvini. Indubbiamente l’uomo del momento. Giusto quindi proporlo per primo, secondo le leggi dello spettacolo. La cosa lascia con l’amaro in bocca i critici maliziosi ma ci sta. Bisogna vedere se chi seguirà avrà lo stesso spessore e lo stesso trattamento del Ministro.
Dico subito che il programma non giustifica l’acquisito di un format da parte della Rai. Di format simili ne avevamo già visti diversi in Rai, dal maestro Alberto Manzi di “Non è mai troppo tardi”, a un format con tanto di banchi e di lavagna di Gianni Ippoliti (degli anni ‘90) dove 9 opinionisti, perfetti sconosciuti, dibattevano di vari temi culturali e non. Al “Supplente” andato in onda il 20 giugno su RaiDue, con Enrico Mentana, Roberto Saviano, J-Ax e Mara Maionchi nel ruolo del vip che va a insegnare in una classe, questa volta di scuola media superiore. Il “Supplente” appartiene a Palomar Enterteinment, altra società che vende idee, a mio parere, già presenti nella storia della Rai. Si ci sono delle differenze ma la formula dell’insegnante e degli alunni è alla base dei diversi programmi e le diversità (studenti delle elementari o delle medie, adulti sconosciuti o chi fa le domande e chi dà le risposte, comico o meno) non mi sembrano, a mio giudizio lo ripeto, così rilevanti da giustificare il pagamento di un compenso a una società estera, per un’idea tanto banale e tanto presente nella storia della tv nazionale. Ma tant’è.
La puntata con Matteo Salvini è risultata tutto sommato piacevole e ben realizzata. Non si discute la professionalità della Endemol. I bambini sono simpatici, svegli, le domande all’altezza dei bambini e del personaggio: “È vero che sei razzista?” “Io? No tutt’altro”. “Che ne pensi della bandiera Italiana?” “La difendo e voglio che abbia l’onore che le spetta!” Non possiamo imputare ai bambini una scarsa memoria sul personaggio in questione. Loro no ma noi ricordiamo bene chi è Salvini e le cose che ha detto sui meridionali e sulla bandiera italiana fino a non molti mesi fa. Tuttavia i programmi in tv si fanno per tranquillizzare, per far passare ore piacevoli all’audience e “Alla lavagna!” riesce nel suo intento. Salvini ne esce come un buon papà, che sa conversare con chi ha meno di 12 anni, riuscendo anche simpatico e divertente ai loro occhi. Non conoscerà i cantanti delle sigle tv, ma poco male. Lo possiamo perdonare. Schiva una pericolosa domanda sulle bugie e le “fake news” (subito pensiamo a “La Bestia” su Facebook e Twitter, alla invenzione dell’“invasione” dei migranti), ma lui, aggiungendone un’altra, condanna le bugie inesorabilmente, poi ci ripensa e ammette che qualcuna si può dire, non troppe però! Amabilmente conversa con Samira, che ha un incarnato color ebano e una bellissima faccia africana, chissà se avrà acquisito la cittadinanza italiana, non essendoci da noi il diritto dello “ius soli”, ma in compenso parla un italiano perfetto, senza le inflessioni milanesi di Salvini, al quale sfugge un “ciumbia” quando deve spiegare in un minuto cosa significhi “sovranismo”. Lo fa incartandosi in un esempio poco chiaro, dove paragona la classe di 18 alunni all’Europa di 27 stati. Siamo in una classe ma ognuno decide per sé! Non so che insegnamento ne traggano i piccoli ma io sono rimasta allibita!
Salvini ne esce bene, comunque, al di là delle mie prevenzioni, perché questi programmi servono a creare simpatia con chi vi prende parte. Diciamo che un po’ di “ruffianeria” va messa in conto. Per egualitarismo andrebbe estesa anche agli avversari di Salvini, vedremo, ma l’ecumenismo in Rai non difetta. I prossimi “interrogati” saranno Rita Dalla Chiesa (considerata esperta di mafia per via del padre), il Ministro delle Infrastrutture Toninelli, che risponderà sui disastri ambientali e sul ponte crollato a Genova, chissà se gli domanderanno dove ha studiato del tunnel del Brennero? Milana Gabbanelli, la ex conduttrice di “Report” che dovrà smettere la maschera di rude cronista per dialogare con i bambini e anche l’ex Ministro Antonio Di Pietro al quale si chiederà di Tangentopoli. Ora che dei bambini di massimo 12 anni facciano domande su Tangentopoli fa riflettere, o no? Che la scuola “elementare” finalmente affronti la storia recente sarebbe una gran bella notizia, visto che al liceo non sanno nulla sul fascismo e la guerra fredda. Il fatto ci induce a pensare che le domande (ovviamente) siano scritte dagli autori e messe in bocca ai bambini. Non ditemi che sono maliziosa. So come funzionano le trasmissioni. Nulla è lasciato al caso. L’improvvisazione non esiste a questi livelli, con un ministro poi! Si fa con i grandi, figurati qui. Questo meccanismo però ci induce a una ulteriore riflessione. Se tutto è costruito ad arte, dalla scelta dei volti dei bambini, che completano un arcobaleno di facce del mondo, alla loro simpatia comunicativa e all’eloquio non indifferente. Se le domande sono tutte valutate, pesate e, forse, concordate con l’ospite, come la chiamereste questa operazione “Alla lavagna!”? Ditemelo voi.
Un passaggio in aula farebbe tanto bene all’ex premier Matteo Renzi, sparito dalle scene della politica, a parte la conduzione del suo talk show personale alla Leopolda. Ma lì giocava in casa. Non credo sarebbe sufficiente una trasmissione per recuperare sull’antipatia conquistata in questi anni di leadership al governo. Però sarebbe interessante vedere quali domande gli autori metterebbero in bocca ai ragazzi. I nomi dei prossimi ospiti non reggono il livello del ministro Salvini, in chiave “par condicio”. Se fossimo sotto elezioni ci sarebbe una interrogazione parlamentare già pronta. Ma sono piccolezze. In questo momento una trasmissione simpatia a Salvini non gli aggiunge e non gli toglie. Serve più a RaiTre e alla Rai in genere che al Ministro. Il programma è andato bene come ascolti: 1.594.000 spettatori con il 6,4%. È collocato nella fascia dove regnano “I Soliti Ignoti” (altro format incomprensibilmente olandese, quando Gianni Ippoliti lo aveva realizzato già nel 1991, con Frizzi ospite come ignoto) e “Striscia la Notizia”. RaiTre ha battuto Barbara Palombelli con “Stasera Italia” su Rete4, ferma al 4,6% e restando in coda a “Otto e mezzo” di Lilli Gruber, su La7, con 8,1%. Siamo nell’alveo del buon lavoro, professionalmente decente. Alla fine resta il dubbio se una simile “ideona” bisognasse proprio comprarla dagli olandesi, che nel mondo sono bravissimi a venderci come loro, le cose degli altri, come hanno fatto con i tulipani tirchi e i fiori di Sanremo e il formaggio finto italiano “Prima Donna”. Bravi davvero. Se l’avesse saputo, il Ministro che difende il “Made in Italy”, avrebbe accettato ugualmente di partecipare?
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