Uccide conoscente a colpi di spranga: deceduto 72enne a Forano
Alberto Lucarelli ucciso da un 46enne incensurato di Magliano Sabina: la causa una lite dovuta ad alcune costruzioni che l’assassino ritiene abusive
Il 17 gennaio 2016, alle ore 18.45 circa, a Forano un cittadino del luogo, transitando in via Colleguardia, riferiva mediante chiamata su utenza d’emergenza 112, di aver rinvenuto riverso in terra agonizzante, nelle adiacenze del cancello di ingresso di un terreno agricolo, il corpo di un proprio conoscente, di nome Alberto Lucarelli, pensionato nato a Roma nel 1943. L'uomo si presentava con evidenti lesioni alla testa e al corpo provocate presumibilmente da un corpo contundente.
I militari della Compagnia Carabinieri di Poggio Mirteto, intervenuti prontamente unitamente ai sanitari del 118, trovavano il malcapitato privo di sensi, ma ancora in vita e pertanto lo stesso veniva trasportato in codice rosso presso il policlinico universitario “Agostino Gemelli” di Roma. Il ferito, a causa delle gravi lesioni patite, giungeva cadavere al predetto nosocomio dove, alle successive ore 21:10, ne veniva constatato il decesso.
Nel frattempo, sul luogo dell’evento, il personale del nucleo operativo della Compagnia di Poggio Mirteto e della stazione carabinieri di Stimigliano, al termine di rapida attività investigativa e ricostruendo in sede di sopralluogo come potessero essersi svolti i fatti, iniziava a sospettare circa il coinvolgimento nell’omicidio di un conoscente della vittima, tale D.L., nato a Magliano Sabina nel 1969, di professione impiegato, incensurato. Il reo, dapprima parzialmente e in seguito in maniera completa, ammetteva le proprie colpe, confessando che verso le ore 18.00 aveva aggredito con violenza la vittima, motivando il gesto con vecchi rancori personali legati a delle costruzioni a sua detta di natura abusiva edificate dal defunto.
Dopo aver riconosciuto le proprie colpe, D.L. raccontava di aver bruciato i vestiti indossati durante l’aggressione in un fondo agricolo vicino e di aver gettato l’arma del delitto, presumibilmente una spranga in ferro di circa un metro di lunghezza, nel fiume Tevere. Il magistrato di turno della Procura della Repubblica presso il tribunale di Tieti, dott. R. G. Maruotti, intervenuto sul posto per coordinare l’attività investigativa, durante l’odierna notte dopo aver interrogato l’indagato presso gli uffici della Compagnia Carabinieri di Poggio Mirteto, alle ore 04.56 disponeva il fermo quale indiziato di delitto per omicidio aggravato nei confronti di D.L. che pertanto era condotto presso la casa circondariale di Rieti in attesa di giudizio.