Umanamente auguriamo buona salute e una pronta guarigione al Governatore del Lazio Nicola Zingaretti, risultato positivo al contagio da nuovo Coronavirus – dichiarano Antonino Gentile e Anna Rita Amato del Direttivo ULS-Unione Lavoratori Sanità Roma e Lazio.
Ma, mentre egli rispetta le evidenze scientifiche e si pone in quarantena, non altrettanto sta prevedendo per gli operatori sanitari del Lazio i quali, qualora venissero in contatto con paziente affetto da COVID 19, sarebbero tenuti a proseguire la propria attività professionale negli ospedali, con tutti i rischi del caso.
L’ordinanza di Zingaretti n.3 del 06/03/2020 al punto 22 prevede la seguente improvvida misura: "il personale sanitario venuto in contatto con paziente affetto da COVID 19, asintomatico, prosegue la propria attività professionale, previa osservanza di adeguate misure di contenimento del contagio ed è sottoposto a sorveglianza sanitaria”, dettata molto probabilmente da ragioni di carenza di medici, infermieri e restante personale sanitario.
La responsabilità – continuano i due sindacalisti – di tale mancanza di operatori sanitari, come noto, è ascrivibile allo stesso Zingaretti e al suo piano di rientro. Così come la chiusura di diversi ospedali pubblici, tra cui il Forlanini e il San Giacomo, e l’infelice rapporto tra posti letto di terapia intensiva e migliaia di abitanti sono frutto di scelte politiche poco condivise portate avanti in questi anni dalla Regione.
Ora però, con la scusa dell’emergenza, non si possono scaricare rotte politiche fallimentari ulteriormente sulle spalle di coloro i quali stanno affrontando l’emergenza coronavirus sul campo e sono più esposti al contagio. Addirittura costringendo infermieri, medici, oss a non adottare, qualora a contatto con casi positivi Covid-19, l’opportuna misura dell’isolamento preventivo per evitare di contagiare pazienti e colleghi nelle strutture sanitarie e nella vita civile.
Non ci sembra di aver letto di evidenze scientifiche a riguardo, anzi tutt’altro. L’unico metodo ad oggi consigliato per evitare il diffondersi dell’epidemia è l’annullamento del contatto sociale per due settimane. Per questo – concludono dal Direttivo Roma e Lazio ULS – richiediamo l’immediata cancellazione della parte dell’ordinanza che non tutela pazienti e lavoratori.
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