Guido Milana, ex parlamentare europeo e membro del Comitato delle Regioni a Bruxelles lascia il Partito Democratico e annuncia con questa lettera i motivi che lo hanno portato ad avvicinarsi a Carlo Calenda e a entrare in Azione.
Dopo le tante scelte non condivise, ho deciso di abbandonare il Partito Democratico. Per mesi ho atteso, invano, segnali che fossero il risultato di un ridisegno dei confini di una proposta politica, con la giusta autocritica e un modo diverso di cercare il consenso. Si è scelto, invece, di perseguire un “presunto” rinnovamento, figlio delle solite vecchie logiche e intriso dei vecchissimi riti. Mi dispiace soltanto lasciare i tanti militanti che, negli anni, mi hanno accompagnato nella straordinaria avventura che è la politica.
Esco, insieme a tanti che mi hanno accompagnato in questi anni per entrare in un “Partito nuovo”: ho chiesto soltanto se quel partito si lascia alle spalle le politiche costruite attorno alla mera ideologia per entrare, con un sano pragmatismo, nelle questioni, con competenza e determinazione, e abbandonare la cultura della conformità per imboccare la strada del risultato. Un partito che prenda atto che il “bi-polarismo”, oggi, sta prendendo la deriva del “bi-populismo”: occorre ridisegnare i confini di una proposta alternativa sulle politiche sociali, sulle politiche industriali e sulla rappresentanza per promuovere l’equità ad imperativo ed affrontare le transizioni con moderazione, valutandone puntualmente la compatibilità economica e sociale.
Un partito che affronti le transizioni con moderazione, valutandone puntualmente la compatibilità economica e sociale, senza rincorrere a tutti i costi un fantomatico cambiamento.Poiché il cambiamento quando lo si rincorre, la politica ha già perso. La politica deve anticiparlo, se non addirittura indurlo, e non subirne uno (solo presunto) pensato e costruito da altri.
Nel nostro Paese si aprirà una nuova fase: le fasce sociali che hanno creduto alle promesse della destra stanno vedendo tradite le aspettative. Tutto ciò che la destra ha promesso è irrealizzabile e il Paese rischia seriamente una gravissima deriva sociale ed economica.
Oggi il tentativo di “Azione” contiene la capacità di leggere con attenzione i nuovi “bisogni” e comprendere la rabbia sociale: se milioni di elettori hanno scelto “gli altri”, o non sono andati a votare, è perché vogliono che si rimetta al centro la persona, vogliono amministratori capaci, vogliono che le ideologie si trasformino in valori. Serve una fase davvero “nuova”, che rompa gli schemi rigidi entro i quali si trovano le risposte, una fase che consegni il passato al passato ed affronti il futuro avviando un tempo nuovo appunto.
Un tempo nuovo appunto, un tempo sul quale spenderò ogni energia e riporrò le mie speranze.
Guido Milana: la scheda
1989-1993 Consigliere municipale di Roma
1995-2005: Consigliere della Provincia di Roma
1999-2006: sindaco di Olevano Romano
2005-2009: Vice presidente e poi Presidente del Consiglio Regionale del Lazio
2009-2014: Parlamentare europeo
2011-2023: consigliere comunale di Olevano Romano e membro del Comitato delle Regioni a Bruxelles
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