Una vita da rugbista
Il Rugby, lo sport per eccellenza, maschio e leale, scuola di vita e mezzo per crescere
Il Rugby, sport dove uomini corpulenti si danno battaglia per contendersi un pallone ovale, viene riconosciuto con sempre maggiore frequenza come uno tra gli strumenti per crescere, per condividere e appartenere. In definitiva, può essere utilizzato come un aiuto alla crescita individuale anche in una grande città come Roma.
La sua immagine, almeno in Italia, è quella del fango, di uomini resi quasi irriconoscibili dalla muta nerastra che li avvolge come un sudario, che richiede doti di coraggio, generosità, abnegazione, altruismo e sacrificio, oltre a qualità fisiche notevoli. In tutto questo, però, non c’è retorica ma concretezza e sostanza, caratteristiche celate dalla cura degli aspetti educativi di questo sport, trasferiti per tradizione ai giovanissimi del settore minirugby e delle squadre giovanili, con la conseguenza di trattare il settore seniores come destinazione di una crescita e non come vetrina del club stesso.
La squadra si impone sul singoli e ciascuno dei quindici componenti interpreta il suo ruolo con magistrale vigore e autenticità così da esser parte integrante di un unico elemento…il gruppo. E’ una sorta di scacchiera, dove il movimento di uno condiziona inderogabilmente gli altri con il risultato finale di portare il pallone oltre la linea di fondo.
In sostanza i valori che trasmette il rugby possono essere destinati anche altrove, possono coinvolgere e dare un piccolo contributo ad una quantità di giovani dell’area metropolitana che segnalano, anche non esplicitamente, il desiderio di fare squadra, gruppo in contrasto con quanto viene detto riguardo la perdita dell’integrità morale che teoricamente, caratterizza la nostra generazione.
Un caro amico, Vincenzo Ventricelli ci ha spiegato cosa vuole dire il Rugby ed essere rugbista ma partiamo con ordine. Vincenzo classe 1978, dal 2009 ad oggi è nella Lazio Rugby 1927, categoria Eccellenza, ruolo terza linea, è sul campo da quando aveva 15 anni.
I suoi esordi nel Cus Roma Rugby lo hanno portato ad una carriera da professionista nel club francese SASP Beziers Rugby e nel Petrarca Rugby.
Complice della vittoria al Lignano Super Beach 5’s Rugby 2013 de “I PESSIMI”, nome nato su un motorino tra Givanni Manozzi, Tommaso Piotti ed Edoardo Gargiullo, Vincenzo dal Rugby si aspetta indubbiamente grandi soddisfazioni: ”Mi ha dato tutto, mi ha cambiato, e mi ha fatto crescere".
Nonostante le difficoltà, ritiene che quello che lo spinge ad andare avanti, a continuare a giocare, è la voglia di confrontarsi sempre, ogni giorno, in ogni allenamento, in ogni partita e di non essere mai soddisfatti di quello che si fa e cercare sempre di migliorarsi. I valori che trasmette il rugby possono essere destinati anche fuori dal campo, sostiene Ventricelli.
Infatti, già da qualche anno alcune aziende stanno partecipando ad alcuni corsi basati sul gioco del rugby cioè l’azienda viene invitata a partecipare ad incontri, per più giorni a seconda delle varie scelte ed esigenze, per avvicinarsi al rugby e creare spirito di gruppo, dove le parole d’ordine sono “sostenere il proprio compagno e combattere sul campo”. Ne consegue che lo spirito reale del rugby viene anche applicato alla vita quotidiana.
E’ uno sport d’impatto, dove il rugbista affronta l’avversario cercando di portare avanti il pallone. “Lo spirito del gioco ti porta alla consapevolezza che sarai colpito e che colpirai – sostiene Ventricelli – Certo bisognerebbe cercare di evitare lo scontro perchè se lo eviti vai a fare meta, però chi fa questo sport è consapevole del fatto che prima o poi lo scontro si crea e poi… chi esce dal campo pulito difficilmente si può dire che abbia giocato veramente, col cuore”.
Dai più viene definito come uno sport violento ma a detta di Vincenzo non è così e non alimenta, nel modo più assoluto, la violenza, – “In caso la incanala, la mantiene sotto controllo. Dopo una crescita che è avvenuta sul campo, un ragazzo, per così dire aggressivo, riesce a controllare la sua indole, e nella maggior parte dei casi, quando si ha alle spalle una buona scuola di rugby, quella violenza viene messa al servizio di un bene comune, al servizio della squadra”.
Il rugby, dunque, chiede e offre, e quando domandiamo a Vincenzo qual è il senso di una meta, risponde “La meta è il risultato, l’obiettivo per cui ogni giorno ti alleni, ti sacrifichi, fai un viaggio di 6 ore solo per poter giocare…e quando, dopo duro lavoro, fai una meta allora pensi… si ne è valsa la pena. Non è importante chi fa meta, se ci riesce un mio compagno sono contento ugualmente, importante è che la squadra vinca. E questa vittoria ti ripaga davvero degli sforzi fatti”.
La Federugby ha dato il via alla stagione 2013-2014, e nel campionato Eccellenza ci sarà una particolarità interessante e cioè la presenza di tre squadre romane, Lazio Rugby 1927, Fiamme Oro e Unione Rugby Capitolina. La prima giornata di andata 21 e 22 settembre, ore 16, vedrà in campo Rugby Reggio vs Rugby Viadana; Vea-FemiCZ Rovigo vs Fiamme Oro Roma; Marchiol Mogliano vs UR Capitolina; Estra I Cavalieri Prato vs Petrarca Padova; Cammi Calvisano vs M-Three San Donà.
Il primo turno di riposo spetterà, invece, proprio alla Lazio Rugby 1927.
Seguiremo con grande interesse la stagione 2013-2014, sempre più appassionati per questo sport.