Uno studio della Duke University ha completamente ribaltato tutto ciò che sapevamo (o che credevamo di sapere) sul funzionamento del nostro metabolismo. L’università della Carolina del Nord, Stati Uniti, ha recentemente pubblicato i risultati della propria ricerca sulla nota rivista scientifica Science.
Stando a quanto affermano i ricercatori, ci troviamo davanti a una vera e propria rivoluzione in merito a tutto ciò che ci hanno sempre detto riguardo al metabolismo. Per metabolismo, intendiamo la quantità di energia consumata ogni giorno dal nostro corpo solo per “esistere”. Finora, sapevamo che esso accelera e decelera, e che a partire dagli “anta”, in particolare, subisce un drastico calo nella velocità, che interesserebbe soprattutto le donne in menopausa.
Ecco, stando ai risultati, niente di più falso! Secondo gli studi condotti dall’università americana, infatti, esso rallenterebbe soltanto dopo i 60 anni – senza alcuna differenza tra i sessi. Insomma, la menopausa non inficerebbe sulla velocità con cui il nostro organismo consuma energia.
In soldoni, lo studio rivela anche una brutta notizia. E cioè che, se si ingrassa dopo i 40 anni, non si può più dare la colpa a quel metabolismo che rallenta “naturalmente con l’età”. In pratica, non ci sono più scusanti! L’accumulo di adipe e, di conseguenza, di peso, sarebbe invece da attribuire – nei casi in cui non ci sia insorgenza di malattie – alla famigerata combinazione tra uno stile di vita sedentario e a un’alimentazione particolarmente calorica.
A tali conclusioni la ricerca è giunta grazie alla scoperta di poter dividere il metabolismo di un soggetto in più fasi, nell’arco dell’esistenza. In particolare, i ricercatori sono riusciti a ricostruire la vita del metabolismo tipo di un individuo, vita che può essere divisa in quattro macrofasi. L’indagine, condotta dal Professor Herman Pontzer, antropologo evoluzionista, ha visto lo sforzo di ben 80 ricercatori e mezza dozzina di laboratori del Paese, che hanno raccolto analisi nell’arco di 40 anni.
Si è quindi potuto valutare il cambiamento di uno stesso metabolismo nel corso di un’intera vita. Anzi, nel corso di 6.500! Questo è infatti il numero dei soggetti esaminati che hanno partecipato all’esperimento. Gli individui, tutti d’età compresa tra una settimana di vita (neonati) e 95 anni, provengono da 29 Paesi in tutto il mondo. Insomma, una ricerca dalla portata impressionante,
La novità principale apportata dalla ricerca trova comunque riscontro nel fatto che non si riscontrano differenze nel rallentamento del metabolismo di donne e uomini. Aspettativa dei ricercatori era, inoltre, quella di notare di una riduzione significativa della velocità del metabolismo a partire dai 40 anni di età. Ma come già illustrato nelle quattro fasi, si tratta di uno dei momenti più stabili della vita metabolica di ognuno di noi.
Insomma, dei risultati molto diversi da quanto fino a oggi siamo stati abituati a credere. Una scoperta che potrebbe apportare un grande cambiamento alla scienza della fisiologia umana, così come a tutte quelle pratiche mediche (molte) che basano i propri assunti sul funzionamento metabolico di un individuo.
In merito allo studio si è espresso Sergio Erzegovesi, Medico psichiatra e nutrizionista, nonché Direttore del Centro per Disturbi Alimentari dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Il Dottor Erzegovesi lo ha definito “Uno studio molto interessante, con risultati di grande peso per due ragioni: è multicentrico, quindi con un reclutamento in vari Paesi del mondo. L’indagine inoltre usa una tecnica di misura del metabolismo (acqua marcata con isotopi pesanti) molto costosa, laboriosa da fare, ma con il massimo dell’attendibilità. La proposta di 4 fasi della vita con metabolismi differenti sarà sicuramente di aiuto a tutti i clinici che si occupano di alimentazione e peso”.
Sulla possibilità di eventuali limiti rispetto allo studio, il Dottore ha detto che “Tutti i risultati riportati sul metabolismo sono ‘fat-free mass and fat-mass adjusted’, quindi riportano il funzionamento dei nostri ‘motori nelle cellule’ correggendo i dati in relazione alla nostra composizione corporea. Il che si traduce nel fatto che nel ‘mondo ideale’, ossia del modello matematico utilizzato nello studio, i valori sono sicuramente validi; nel ‘mondo reale’ dei singoli esseri umani, un ventenne con il 16% di massa grassa funziona sicuramente in maniera diversa da un cinquantenne con il 25% di massa grassa. Inoltre, i valori del metabolismo sono molto ‘dispersi’ nella popolazione esaminata dallo studio, quindi c’è molta variabilità tra un soggetto e l’altro. Motivo in più, nel mondo reale, per considerare l’unicità del singolo soggetto”
Infine, su come accogliere in sintesi i risultati ottenuti, il Dottor Erzegovesi ritiene che “Come sempre avviene per gli studi scientifici innovativi, le conclusioni sono da accogliere con attenzione, avendo in mente che i valori del metabolismo sono stati ‘depurati’ dalla variabile della composizione corporea. D’altra parte, consentiamoci di leggere questi dati con un moderato ottimismo per noialtri di mezza età: se anche avessimo superato i 50 anni e non fossimo più dei ragazzini, potremmo comunque impegnarci utilmente per mantenerci in forma, con poca massa grassa” conclude lo specialista.
Sulla scia dei consigli dell’esperto, prendiamo il buono da questa ricerca: anche passati i cinquanta anni possiamo tornare in forma – e sentirci – esattamente come dei ventenni.
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