Un sodalizio senza scrupoli, quello sgominato dai Carabinieri di Velletri. In manette sono finiti 3 uomini e 2 donne residenti tra Ariccia e Albano Laziale. Stando a quanto riferisce il sito de “Il Corriere della Sera” i soggetti sono accusati di usura, violenza sessuale, spaccio, estorsione e aggressione.
Il gruppo vessava diverse persone che, versando in condizioni difficoltose (prevalentemente a causa della disoccupazione), si erano rivolte ai suoi membri nella speranza di porre un argine ai loro problemi. L’effetto, invece, era l’opposto: la banda non esitava ad applicare tassi d’interessi che raggiungevano anche il 240% e a questo si aggiungevano anche percosse e addirittura violenze sessuali.
Le indagini avrebbero consentito di accertare che il capo del gruppo era un 42enne di Ariccia, sul quale pendono anche le accuse di violenza sessuale. L’uomo poteva contare sull’appoggio della moglie, una 44enne che si trova in carcere, e del figlio appena maggiorenne, sottoposto all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. In manette sono finiti anche un 31enne e una 57enne.
AGGIORNAMENTO, IL COMUNICATO DEI CARABINIERI:
Questa mattina, i Carabinieri della Compagnia di Velletri hanno eseguito 5 provvedimenti restrittivi, emessi dal GIP, del locale Tribunale, nei confronti di altrettanti soggetti italiani, 3 uomini e 2 donne residenti tra Ariccia e Albano Laziale, ritenuti responsabili di usura, estorsione, violenza sessuale, lesioni personali e spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina. Le misure cautelari (3 di custodia cautelare in carcere, 1 degli arresti domiciliari e 1 obbligo di presentazione alla P.G.) scaturiscono da un’articolata attività di indagine condotta dal novembre 2016 al marzo 2017, dal Nucleo Operativo della Compagnia di Velletri e dalla Stazione Carabinieri di Ariccia, coordinati dal Sost. Procuratore dott. Travaglini della Procura veliterna, che ha permesso di disvelare uno spaccato di criminalità operante nell’area dei Castelli Romani, ove decine di persone per sopravvivere alle proprie difficoltà economiche e per far fronte ai bisogni quotidiani, erano costretti a ricorrere a prestiti usurari.
Le indagini, condotte sia con attività tecnica intercettiva ma soprattutto con numerosi servizi di osservazione e pedinamento, hanno consentito di disarticolare un sodalizio criminale definibile di tipo “familiare” (poiché tre degli indagati sono rispettivamente marito, moglie e figlio maggiorenne di un nucleo familiare domiciliato ad Ariccia) operante in un clima di diffusa e pericolosa omertà. Gli esiti investigativi hanno permesso di accertare:
– l’erogazione di somme di denaro gravate da elevati tassi d’interesse, anche pari al 240% su base annua;
– forme di recupero dei crediti caratterizzate da minacce verbali, psicologiche, e metodi estorsivi degenerati anche in violente aggressioni fisiche con gravissime lesioni personali e violenze sessuali;
– cessioni di sostanza stupefacente del tipo cocaina, con forme di pagamento anche ratealizzato (che andavano ad alimentare il circuito usuraio);
– l’esistenza di una vera e propria contabilità redatta da uno degli indagati (e sequestrata dai militari operanti), con i conteggi di almeno una parte dei clienti usurati. Nello specifico sono stati conteggiati 36 vittime nell’anno 2013 (con introiti pari a 41.700 euro), 46 nell’anno 2014 (con introiti pari a 58.500 euro), 70 nell’anno 2015 (con introiti pari a 93.100 euro), 55 nell’anno 2016 (con introiti pari a 77.450 euro);
– una prassi consolidata di “scambio di clientela” tra usurai, attuata agli occhi delle vittime come soluzione bonaria per fronteggiare i ritardi nei pagamenti settimanali/mensili;
– una sottomissione psicologica delle vittime, che nella maggior parte dei casi ricorreva ai prestiti per fronteggiare quotidiane esigenze di vita (pagamento di visite mediche, spese scolastiche per i figli, ecc.) ovvero derivanti da difficoltà economiche, anche connesse allo stato di disoccupazione.
Al vertice del sodalizio vi era un 42enne, di Ariccia, con diversi precedenti, già destinatario della misura di prevenzione della sorveglianza speciale, il quale:
– è ritenuto responsabile altresì di violenza sessuale continuata nei confronti di una donna annoverata tra le vittime di usura, nonché lesioni personali in danno di un uomo (anch’egli vittima di usura), a cui avrebbe fratturato sei costole (reati per i quali è stato sottoposto a OCC in carcere);
– si avvaleva della moglie 44/enne (sottoposta ad OCC in carcere) e del figlio 18/enne (sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), nonché degli altri due indagati una donna 57/enne (anch’ella ritenuta responsabile di usura e sottoposta ad OCC in carcere) e di un 31/enne (sottoposto alla misura degli arresti domiciliari).
Gli arrestati sono stati associati presso le case circondariali di Velletri e Roma Rebibbia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Le misure principali contenute nell'ordinanza firmata dal Sindaco Gualtieri
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