Vaccinare è cosa buona, ma non sempre, a qualsiasi costo e comunque

Il vaccino come tutte le terapie umane, non è un atto di fede, una ideologia, un sentimento da tifo calcistico, un prendere o lasciare

Vaccinazione

Campagna vaccinale Regione Lazio

Il vaccino nelle malattie pandemiche virali respiratorie è uno dei cardini fondamentali delle misure di profilassi Internazionale. Perché le pandemie sono mondiali per definizione e perché nel nostro caso il Covid ha fatto oltre 3.9 milioni di morti nel mondo ad oggi.

Il vaccino non è un atto di fede

Tuttavia, il vaccino come tutte le terapie umane, non è un atto di fede, una ideologia, un sentimento da tifo calcistico, un prendere o lasciare, una questione di audience televisiva e share in prime time. Anche qui nel campo della vaccinazione, il pensiero unico ed il non dialogo fanno molti, moltissimi danni.

Prendo spunto da una presa di posizione recente del Prof. Andrea Crisanti su questo tema, dove si punta il dito soprattutto sul carattere di sperimentazione di massa dei vaccini Covid 19 sulla popolazione generale mondiale. Come è noto, per la immissione in commercio (i vaccini attualmente sono coperti da ricchissimi brevetti internazionali) è assolutamente necessaria una autorizzazione delle Agenzie Regolatorie (EMA e FDA nei paesi democratici) che per l’appunto nel caso dei 4 vaccini utilizzati finora in UE ed USA è stata data soltanto per un utilizzo “emergenziale”.

Utilizzo emergenziale

In pratica, Crisanti afferma che la reale sperimentazione di questi vaccini è stata fatta in pratica quasi esclusivamente sulla popolazione target dell’ azione del virus Sars Cov 2: forse il primo caso del genere nella storia della umanità.

Tuttavia bisogna anche pensare alla grave situazione in cui ci siamo venuti a trovare nel 2020 in tutto il continente europeo e americano e alla grande importanza del ruolo del vaccino in queste situazioni. Senza vaccinazione probabilmente sarebbe andata assai peggio.

Tuttavia, non si possono sottacere i potenziali effetti dannosi a lungo termine sulla popolazione generale vaccinata, che sarebbero sicuramente più evidenti per gli individui come i giovani con elevate spettanze di vita. Né si può sottacere il fatto che curiosamente questi vaccini impedirebbero nei vaccinati la malattia grave (cioè il sovraccarico delle strutture sanitarie ospedaliere e il potenziale decesso) ma non il contagio interumano. Quindi, non agirebbero sulla circolazione virale e questo è sicuramente un grosso svantaggio. Per non parlare dell’ effetto presente o meno della vaccinazione sulla comparsa e sviluppo delle varianti del Sars Cov 2, su cui probabilmente si troverà ben poco in Letteratura.

La lotta al Covid non deve essere scelta ideologica

La lotta al Covid 19 quindi ha bisogno di grande attenzione, ricerca scientifica e politica assennata e coerente alle sue scelte. Non ha bisogno di scelte ideologiche da “pensiero unico” né di comparsate mediatiche di personaggi più o meno esperti.

La mia sensazione è che di Covid 19 ne patiremo socialmente anche per tutto il 2022 almeno.

Dott. Francesco Russo, Medico Chirurgo – Ricercatore Confermato – Dipartimento di Scienze Chirurgiche

Università di Roma Tor Vergata

francesco.russo@uniroma2.it

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