In Italia la pandemia da Covid 19 finalmente sta manifestando una progressiva decrescita sia in termini di nuovi contagi che di ricoverati e decessi, giunti ormai prossimi ai 130.000 (più delle vittime civili della II Guerra Mondiale). Il merito principale, oltre alle stringenti misure governative degli ultimi mesi di isolamento e distanziamento basate sui colori regionali, è sicuramente dovuto alla campagna di vaccinazione – finalmente di massa – che nelle ultime settimane ha preso il largo anche da noi.
Attualmente abbiamo a disposizione 4 vaccini industriali di cui due di tipo adenovirus vettoriali (J-J e AZ) e due di tipo “genetico” (Pfizer e Moderna), che peraltro è la prima volta in assoluto che sperimentiamo e adottiamo per la popolazione.
Il grande merito della ricerca di base e clinica è quello di avere permesso con cospicue risorse umane ed economiche (soprattutto degli Stati nazionali) lo sviluppo di tecnologie di vaccini fortemente innovative e prospettiche. Tuttavia, i classici vaccini (a virus attenuato o ucciso) non sono mai entrati in gioco fino ad adesso in questa pandemia, non hanno mai superato il filtro autorizzatorio di EMA e FDA e l’ unico vaccino di questo tipo circolante nel mondo è il Sinovac cinese, che è stato testato ed approvato recentemente da OMS.
Sui vaccini di tipo classico sappiamo che essi hanno rappresentato la storia della vaccinoterapia umana, caratterizzando la lotta a molte malattie storiche (come il vaiolo per esempio e la polio) ormai completamente debellate.
I quattro vaccini esistenti e usati in Italia ed in Europa hanno ovviamente ottenuto il via libera autorizzatorio delle Agenzie regolatorie nordamericana (FDA) ed europea (EMA) in pochissimi mesi, caso unico nella storia della medicina, perché generalmente ci vogliono diversi anni per una sperimentazione completa e non solo su 50.000 casi circa: essi hanno avuto tuttavia da EMA e FDA una autorizzazione soltanto per motivi emergenziali. Cioè l’ autorizzazione ha valore e manleva gli Stati nazionali per il solo fine della emergenza pandemica in corso e non per altro fine.
Inoltre, i quattro vaccini esistenti sono stati costruiti dalla industria farmaceutica mediante l’ ingegneria genetica e di laboratorio, con il precipuo scopo di affrontare e mitigare/prevenire lo sviluppo di una malattia polmonare grave (ARDS respiratoria, tempesta citochinica e sepsi polmonare) e non con lo scopo di prevenire esclusivamente il contagio virale da Sars Cov 2.
Alla base di questo fatto ci sta la necessità, pure per i pienamente vaccinati, di non rimuovere i cardini delle misure sociali antivirali esistenti (mascherine, igiene delle mani e distanziamento interumano). Sempre alla base di queste caratteristiche di costruzione, ci sta la scelta di vaccinare “a scendere”, cioè partendo dalle classi anagrafiche più anziane che tanto hanno pagato in termini di perdite di vita umane (dai 55-60 ai 90 anni).
Oggi, gran parte dei soggetti anagraficamente a rischio sono stati vaccinati e i risultati si sono visti immediatamente, anche se non si può escludere come concausa in questa decrescita di casi, anche l’ effetto dell’ aumento delle temperature ambientali, l’ irraggiamento solare aumentato ed i raggi UVA cosiccome avvenne anche nel 2020 in questo periodo.
Il Governo, quindi, forse anche sulla base di dati che a noi sono sconosciuti e forse temendo un possibile rimbalzo di casi di Covid 19 nel prossimo mese di ottobre alla decrescita dell’ irraggiamento solare e delle temperature ambientali, ha ritenuto iniziare anche mediante gli “open days” una grande campagna vaccinale di massa di milioni di giovani, giovanissimi e bambini.
Questa decisione, come medico, però mi suscita delle perplessità ed interrogativi per vari motivi tra cui il fatto che, per le caratteristiche dei vaccini messi a punto fino ad ora, sembra che l’ obiettivo di prevenzione della malattia grave non appartenga a questa fascia di età che non presenta infatti significativi rischi di malattia grave.
Oltre 4 milioni di italiani, in qualche maniera, sono entrati in contatto con il virus Sars Cov 2 negli ultimi 14 mesi, molti di questi contagiati e rimasti asintomatici (cioè una infezione “occulta”). Ma possono avere comunque sviluppato nel loro sistema immunitario un diverso livello di protezione anticorpale umorale più o meno neutralizzante.
E questa preesistenza anticorpale potrebbe determinare un problema sanitario anche grave se ugualmente vaccinati. Cioè, perché vaccinare un soggetto giovane o vecchio, che ha comunque un livello anticorpale preesistente?
Ed inoltre, noi sappiamo dai nostri sudati studi medici, che oltre alla immunità cd “umorale” di natura anticorpale sierica legata alla quantità di anticorpi circolanti, il soggetto che entra in contatto con il virus sia se sviluppa malattia che resti asintomatico, ebbene sviluppa anche un’altra forma assai potente di immunità verso il virus chiamata “cellulo-mediata” e legata alla presenza nel midollo osseo di “libraries” di linfociti con memoria sia B-cellulari che T-cellulari: pronti a scatenarsi se entrano di nuovo in contatto con l’ antigene virale.
Non mi risulta che esista altro caso in cui uno Stato faccia una profilassi vaccinale ad individui così giovani e giovanissimi senza un adeguato studio. E una sperimentazione sufficiente e preventiva e con dati resi pubblici per una comparazione ed analisi trasparente.
Io non sono contrario di principio ad una vaccinazione di massa, anche se di individui giovani e financo bambini: tuttavia, secondo me, per il potenziale rischio di effetti collaterali e complicanze a lungo termine (ancora inesplorate) essa dovrebbe essere guardata con molta prudenza e preceduta da una sperimentazione adeguata non di massa ma scientifica e con analisi dei dati.
Questo sempre che l’ obiettivo di spezzare la circolazione virale interumana, che sicuramente si otterrebbe, non sia oggi sostenuto da dati ed evidenze scientifiche a me però ancora oscure ma ben in possesso del decisore tecnico e politico.
Dott. Francesco Russo, Medico-Chirurgo – Ricercatore Confermato
Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Università di Roma Tor Vergata
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