Politici, Commissari all’emergenza Covid, Ema, Aifa, CTS e altri ancora si riempiono da mesi la bocca di numeri eclatanti quando si parla di vaccinazioni e di vaccini. In particolare, per quanto riguarda il vaccino Pfizer, il colonnello Figliuolo ha annunciato 500mila dosi entro questa settimana, 2 milioni entro fine aprile, 7 milioni di dosi Pfizer “in più” entro giugno.
Quell’in più, farebbe pensare ad una disponibilità di base già esistente. Ma, almeno per quanto riguarda il Lazio, non è affatto così: è ormai una settimana che in tutti i siti vaccinali delle 6 RM del Lazio si somministra, per i soggetti tra i 60 e i 79 anni, solo il tanto chiacchierato e ormai famigerato vaccino Astrazeneca.
Sono spariti dalla circolazione tutti i siti che somministrano il Pfizer e il Moderna: per citarne alcuni dentro Roma, il S.Eugenio, il CTO, il Pertini (Pfizer) o il Campus Biomedico e l’Auditorium Parco della Musica (Moderna); ma anche fuori Roma: l’Ospedale di Bracciano, di Subiaco, di Velletri.
Il sistema di prenotazione della Regione Lazio, anche di notte, non consente il collegamento ai siti che somministrano il Pfizer o il Moderna. E, quindi, la possibilità per gli utenti di evitare il vaccino Astrazeneca e di prenotare il Pfizer o il Moderna è un’autentica chimera.
Alla faccia della disponibilità di ben tre vaccini, tanto sbandierata da Governo e da virologi vari su tutti i giornali e le TV. Anzi, a ben vedere, i vaccini sarebbero quattro se si considera anche il Johnson e Johnson, bloccato, però, sul nascere.
La verità è che di 4 vaccini, attualmente, se ne somministra solo uno: l’Astrazeneca.
All’inizio, l’Astrazeneca era raccomandato solo per i soggetti con non più di 55 anni. Successivamente, visto che le forniture del Pfizer tardavano ad arrivare, ne è stata approvata la somministrazione anche per gli over 55 e poi, addirittura, per gli ultraottantenni.
Ad un certo punto, visto che in alcuni soggetti, prevalentemente di sesso femminile, con età inferiore ai 60 anni, si erano sviluppati episodi di grave trombosi cerebrale (alcuni con esito letale), si è arrivati alla determinazione di “raccomandare” la somministrazione dell’Astrazeneca ai soggetti over 60. E cioè esattamente il contrario della raccomandazione iniziale.
E’ evidente che le notizie delle morti, probabilmente legate ad Astrazeneca (anche se in rapporto infinitesimale), unite alla gestione schizofrenica della comunicazione da parte degli organi sanitari preposti, ha causato lo sconcerto più totale nella popolazione che ha cercato di indirizzarsi sugli altri vaccini disponibili intasando il centro prenotazioni Salute Lazio.
E’ a questo punto che, evidentemente, la Regione Lazio, ormai da più di una settimana, ha di fatto oscurato i siti vaccinali Pfizer e Moderna costringendo gli utenti ad utilizzare solo il vaccino Astrazeneca.
Ci chiediamo a questo punto, se sia corretta da parte degli organi sanitari statali e regionali questa gestione della campagna vaccinale che, ormai lo si è capito, è l’unica via di scampo a questa tragedia mondiale. Il sistema delle chiusure/riaperture non funziona e da oltre un anno sta causando solo la morte economica di interi settori economici.
Costringere i cittadini che vogliono vaccinarsi ad utilizzare un solo tipo di siero, peraltro non proprio tranquillizzante, sembra una prepotenza non giustificata. Indicativa è la battuta che abbiamo raccolto nei pressi di un centro vaccinale: “Mi faccio Astrazeneca col segno della croce…”.
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