Vaiolo delle scimmie, focus sulla trasmissibilità del virus
Gli scienziati riportano che si contagiano più facilmente coloro che hanno rapporti sessuali con uomini, ma non è una malattia omosessuale
In questi giorni sono stati identificati 3 casi di vaiolo delle scimmie in Italia, 15 casi invece sono in isolamento, gli esperti dicono che la malattia si trasmette soprattutto tra coloro che hanno rapporti sessuali con uomini, ma non è una “malattia omosessuale”.
Le parole dell’Oms
Secondo Maria Van Kerkhove, capo della ricerca sulle malattie emergenti dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha riportato che è possibile contenere la trasmissione dei casi di vaiolo delle scimmie nei Paesi in cui la malattia non è endemica. Ha aggiunto inoltre: “Intendiamo bloccare la trasmissione del virus da uomo a uomo e siamo in grado di farlo nei Paesi in cui il vaiolo delle scimmie non è endemico. Siamo in una situazione nella quale possiamo utilizzare strumenti di sanità pubblica per identificare i casi precocemente e affrontarne l’isolamento. Il contagio avviene attraverso uno stretto contatto fisico, pelle a pelle. La maggior parte dei casi finora osservati non ha la malattia in forma severa. L’identificazione precoce e l’isolamento dei casi fanno parte delle misure raccomandate dall’Oms e dall’ECDC”.v
Il virus è mutato?
Non è ancora chiaro se virus responsabile del vaiolo delle scimmie sia mutato. La risposta che ci dà Rosamund Lewis, capo della ricerca sul vaiolo delle scimmie nell’ambito del programma per le emergenze dell’Oms, è che tale possibilità può essere riscontrata solo dopo aver svolto un’analisi della sequenza genetica.
“Non è una malattia omosessuale”
Andy Seale, consulente strategico per i programmi globali dell’Oms su HIV, epatite e infezioni sessualmente trasmissibili ha riportato: “Sono stati identificati diversi casi di vaiolo delle scimmie tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, ma non è una malattia omosessuale, come hanno cercato di etichettare alcune persone sui social network”.