Giovanni Di Meo, sindaco di Vallerotonda (Frosinone), giovedì mattina, 3 Dicembre, era in diretta nella rubrica radiofonica dell’Anci Lazio, su Radio Radio. Ad un certo punto anticipa quello che è sua intenzione fare. Brevettare l’aria di Vallerotonda: “E’ aria salubre, finissima, vale più di un’acqua termale”. E la proposta ci è piaciuta!
Vallerotonda si trova su una altura nella bassa Ciociaria vicino i Monti della Mainarde al confine fra Lazio e Molise all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo. La natura è rigogliosa con la famosa pineta Valle dell’Inferno, il Lago Selva o di Cardito e le Gole del Fiume Rapido. Il suo nome deriva dalla forma di una valle.
Tutta l’area era abitata sin dal periodo romano e ne sono testimonianza alcune tombe e l’antico ponte romano che attraversava il fiume Rapido.
Il borgo si formò nel medioevo quando le popolazioni della valle cercarono rifugio in fortezze poste su alture per difendersi dalle invasioni dei Saraceni e Vallerotonda faceva parte dei castelli a protezione della Abbazia Terre di Montecassino. Tutta la su storia di è intrecciata a quella del monastero.
Il suo castello sembra è stato rinforzato dall’Abate Gerardo (1111-1123) incaricato di creare una rete di protezione attorno al Monastero.
Vallerotonda gravitò sempre all’interno dei Regni di Napoli e, nel 1436, fu campo di battaglia fra Angioini e Aragonesi per la conquista del Regno di Napoli.
Negli ultimi due secoli ha subito ancora saccheggi e devastazioni: nel 1799 da parte delle truppe francesi e nel 1915 è stata danneggiata dal grande terremoto della Marsica.
Nella frazione Cardito di Vallerotonda si trovava il rifugio del brigante Centrillo, la cui storia inizia nell’esercito borbonico e continua nella rivolta filoborbonica e antiunitaria.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Vallerotonda si trovò lungo la linea Gustav di difesa dei tedeschi e la vicinanza con l’Abbazia di Montecassino portò alla distruzione quasi completa del borgo durante i terribili bombardamenti.
Nel bosco di Collelungo è stata installata una suggestiva scultura di Mastroianni in ricordo di un eccidio del 1943.
La distruzione del paese ha poi portato ad una forte emigrazione nel dopo-guerra.
La principale attività della popolazione è stata sempre la pastorizia e a un’agricoltura che ancora oggi regala delle eccellenze come l’olio extravergine di oliva. Un tempo Vallerotonda era nota per la costruzione di zampogne e pifferi.
Claudia Bettiol. Foto dal gruppo Fb Vallerotonda
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