Gravi fatti di violenza e bullismo sarebbero accaduti nelle ultime settimane nell’istituto superiore Via Antonio Gramsci-sede ITCG “Enzo Gigli” a Valmontone.
Secondo alcune testate giornalistiche durante il normale svolgimento di una lezione un ragazzo ha tentato di dare fuoco ai capelli di due compagni di classe (un ragazzo e una ragazza) per “punirli” del fatto che i due qualche giorno prima non avevano aderito allo sciopero degli studenti.
L’episodio sarebbe terminato solo con l’intervento di alcuni professori e di altri ragazzi che avrebbero cercato di ristabilire la calma. Infatti nella classe era sul punto che scoppiasse una rissa. Tutto questo sarebbe avvenuto nella giornata di venerdì scorso. Il lunedì successivo, sempre secondo la trstimonianza, lo stesso autore degli atti piromani, insieme ad altri amici, sarebbe tornato ad usare la violenza.
Avrebbe rotto gli occhiali da vista al compagno di classe, procurandogli inoltre, delle ferite. Le lesioni, si legge, sono state refertate all’ospedale di Palestrina dove il ragazzo sarebbe arrivato accompagnato dai genitori. I medici del pronto soccorso avrebbero stabilito per la vittima cinque giorni di prognosi.
Il dirigente scolastico, Maria Benedetti dell’Istituto Enzo Gigli e il sindaco di Valmontone Alberto Latini hanno minimizzano l’accaduto. Sembra di capire che le istituzioni, quella scolastica e quella comunale, vogliano sottolineare il fatto che comunque fosse andata, sarebbero fatti singolari e non rappresenterebbero la normalità dei comportamenti all’interno dell’istituto scolastico. E ci mancherebbe altro che fossero la norma.
Quello che va fatto capire a tutte le parti coinvolte è che mai un ragazzo, una ragazza, uno studente, un insegnante, un dirigente, un collaboratore scolastico, dovrebbero sentirsi in pericolo dentro una scuola. Non può essere sottostimato alcun episodio, anche fosse uno soltanto, di aggressione, anche solo verbale, di un prepotente verso una persona più arrendevole.
Vorremmo che accadessero mai e da nessuna parte, ma se accadono a scuola, allora l’intervento deve essere immediato e fermo.
La nostra redazione è aperta e disponibile alla testimonianza dei diretti interessati. Quella dei dirigenti scolastici, dei genitori come pure dei ragazzi coinvolti.
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