A vent’anni dall’inizio del suo percorso artistico Pietro Roffi, valmontonese, orgoglio italiano nel mondo, si presenta alla sua città, Domenica 22 settembre alle ore 17 a Palazzo Doria Pamphilj, in occasione dell'uscita del suo primo album da compositore, "1999", composizioni inedite per fisarmonica ed elettronica in uscita il 20 settembre per l'etichetta INRI classic. Un appuntamento al quale è invitata tutta la cittadinanza, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura "Città di Valmontone" e la presentazione di Francesco Vergovich. Durante l'evento, oltre a suonare alcuni brani tratto dall'album, Pietro (nato nel 1992) racconterà la sua storia, partita proprio da Valmontone e durante la serata interverranno diversi ospiti speciali, come il pianista Alessandro Stella e la fisarmonicista finlandese Anniina Luukkainen. Sarà presente la Feltrinelli per la vendita del disco e per il firmacopie ufficiale e alla fine della presentazione saluterà il pubblico con un brindisi.
Con la fisarmonica in spalla, Pietro Roffi ha girato il mondo. Nato nel 1992, ha cominciato a suonare la fisarmonica all’età di sei anni e si è laureato con lode e menzione d’onore al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma. Ha debuttato come solista all’Auditorium Parco della Musica di Roma con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia sotto la direzione di Carlo Rizzari, suonando una Serenata scritta dal premio Oscar Dario Marianelli in occasione del novantesimo compleanno di Ennio Morricone, alla presenza del Presidente della Repubblica. Arrivato a suonare per grandi nomi, sceglie la strada dell’elettronica. Il risultato è un mondo sonoro che non si riesce a collocare in un lasso temporale o in un genere preciso: ci sono le influenze della musica da film, quelle del folk, a tratti c’è perfino un po’ di techno.
Svolge un’intensa attività concertistica che lo ha visto esibirsi in più di cento concerti in tutto il mondo, come solista e con orchestre sinfoniche, in sale prestigiose come il “Die Glocke” a Brema e il “Romanian Athenaeum” a Bucarest. Ha suonato inoltre in Lituania, Inghilterra, Argentina, Malta, Cina, Australia, Brasile, Croazia e Spagna. Ha tenuto master classes come docente nella National University of Music di Bucarest e registrato concerti live per TV e radio nazionali in Romania, Italia e Cina. Viene annualmente invitato a rappresentare l’Italia da Ambasciate e Istituti Italiani di Cultura nel mondo. Dopo aver pubblicato nel 2018 un EP dedicato ad Astor Piazzolla insieme al pianista romano Alessandro Stella, a settembre del 2019 Pietro pubblica il suo primo album da solista di composizione originali (per fisarmonica ed elettronica) con l’etichetta Inri Classic. Suona una Bugari Armando Prime, costruita a Castelfidardo. È cresciuto e vive a Valmontone, cittadina vicino a Roma.
"Pietro non è soltanto tecnicamente preparatissimo, ma anche un musicista di un‘espressività poetica e raffinata, capace di far cantare il suo strumento e di seguire il pensiero musicale del compositore con immaginazione e empatia", (Dario Marianelli, Premio Oscar).
"Il giovane e talentuoso fisarmonicista riesce, come è dato riuscire solamente agli eletti, a trasformare la sua fisarmonica in diversi strumenti", (Puntual, Argentina).
"Come diceva Einstein «Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa». Lo "sprovveduto", dopo una tournée che lo ha portato ovunque, è diventato una star mondiale. Non ci buttiamo giù. Siamo ancora gli Italiani di una volta", (Tosca, cantante)
"Un’esecuzione tecnicamente e stilisticamente brillante che ha dimostrato una totale padronanza di questo complesso strumento", (The Times of Malta)
"In nessun caso Pietro Roffi ha suonato in modo ostentato collocandosi in primo piano, ma ha lasciato risplendere il suo straordinario talento creando un sentimento condiviso come vero componente dell’orchestra", (Kreiszeitung, Germania)
"Il fisarmonicista italiano ha dato prova del suo grande talento, della sua preparazione intensa […] Ha affrontato un repertorio vario ed estremamente difficile, sia per la tecnica che per lo stile, che ha messo in luce tutta la sua capacità interpretativa", (Ziauru Faclia, Romania)
"Pietro ci ha regalato uno dei più memorabili concerti che abbiamo mai avuto. Dei colori meravigliosi fluivano ininterrottamente dalla sua fisarmonica nera e nella sala si spargeva il calore della sua musica e della sua personalità. È stato un privilegio aver avuto con noi questo ragazzo straordinario", (John Marsden, scrittore australiano)
DI PIÙ SUL NUOVO ALBUM, "1999" (a cura di Pietro Roffi)
Era estate e durante una festa popolare del mio paese, vidi sul palco un uomo che imbracciava una strana scatola nera con un mantice da cui usciva una melodia dietro l’altra. Quello strumento, di cui non sapevo nemmeno il nome, mi rapì all’istante tanto che nei giorni successivi, tirando i pantaloni a mio padre, lo pregai di iscrivermi ad un corso di musica. Fu così che nel settembre del ’99 scoprii che quella scatola nera si chiamava “fisarmonica”. Non lo capii subito ma a soli sei anni la mia vita cambiò: quella scelta la destinò ad un viaggio di cui non avrei mai potuto immaginare nulla. Un viaggio con in spalla la mia fisarmonica tra sorprese, rinunce, sacrifici e tanta passione, la stessa che mi ha sempre tenuto a galla anche nei momenti in cui mi sembrava di non farcela.
"1999" è una raccolta di storie musicali che descrive alcuni tratti di questo viaggio che dura da vent’anni. Un viaggio attraverso i vicoli e le mura dei paesi in cui sono cresciuto o in cui sono capitato, attraverso cieli stellati di paesi lontani o attraverso intime riflessioni ed esperienze illuminanti dell’infanzia. Un viaggio attraverso le mie radici, quelle della campagna intorno a Roma, e viaggi in paesi lontani migliaia di chilometri. Questi brani raccontano spesso di distanze e lontananze da luoghi, distanze da persone o sensazioni vissute spesso anche una sola volta ma che ancora risuonano dentro di me con forza.
L’album è anche una fotografia inedita della mia vita: una visione dello strumento che mi accompagna da quando avevo sei anni che qui si fonde con atmosfere elettroniche che si sono formate in me nel corso degli ultimi anni e delineate con più nitidezza tra la fine del 2018 e i primi mesi del 2019. Ho scelto di fondere la fisarmonica – strumento esotico e dal sapore antico – con l’elettronica, proiettando il cosiddetto “organo dei poveri” nel mondo d’oggi e dentro un’ambientazione sonora che per me era assolutamente necessaria. E così, “1999”, anno simbolico per tutti (perché l’ultimo prima del nuovo millennio), diventa un collante tra passato e futuro. Ho cercato di prendermi sulle spalle la tradizione musicale del secolo scorso, quello in cui la fisarmonica ha avuto il suo sviluppo e massimo splendore, e l’ho fusa con le atmosfere sonore del nuovo millennio.
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