Un lettore ci segnala la storia di Christian, un bambino autistico di 11 anni che, a causa della sua patologia, è costretto ad avere a scuola un trattamento diverso da quello degli altri alunni, nella scuola di S. Anna a Valmontone, in provincia di Roma, trascorre tutta la mattinata lontano dai suoi compagni, in una piccola stanza, con l'insegnante di sostegno e l’educatore, perché secondo quanto racconta la mamma in un articolo apparso su Il Redattore Sociale (un portale che raggruppa diverse iniziative di informazione, documentazione e formazione sui temi sociali), in classe disturberebbe troppo e impedirebbe all'insegnante di tenere la lezione.
"Lo tengono lontano dai suoi compagni – ha raccontato la mamma nell'articolo su Il Redattore Sociale – per tutto il giorno, riportandolo in classe solo a ricreazione. Finché andava a scuola a Ostia, prima all’asilo poi alle elementari, era ben integrato: passava tutto il tempo in classe, con l’insegnante e l’educatrice. Per un paio d’ore al giorno, aveva accanto a sé anche il terapista Aba privato. Solo quando aveva una crisi, l’insegnante lo portava fuori qualche minuto: nel laboratorio d’informativa, o nell’aula video, o in giardino. Appena si calmava, rientrava in classe. Da quando ci siamo trasferiti a Valmontone, all'istituto di S. Anna, due anni fa, la scuola è diventata una tragedia”.
"Dal primo giorno di scuola, dopo due ore che era entrato in classe, sono stata chiamata dall’insegnante di sostegno, che aveva paura del bambino e mi ha chiesto di riportarlo a casa. Poi mi ha fatto chiamare addirittura dalla preside: mi ha detto che era pericoloso, che non riuscivano a gestirlo". E allora è stata la psicologa della Asl che ha trovato la soluzione della stanzetta per Christian. Ancora la mamma: "Dicono che disturberebbe e che è pericoloso, ma non è così. Il pomeriggio, una volta a settimana, va a fare atletica, accompagnato dall’assistente domiciliare, e nessuno si è mai lamentato. Però non mi faccio scoraggiare, voglio che Christian porti avanti il suo percorso scolastico, anche fino alle superiori, come tutti i suoi compagni".
Naturalmente, aggiungiamo noi, non possiamo disconoscere la realtà, l'autismo è una patologia complessa ed è chiaro che chiunque, impreparato ad affrontarla, si senta impotente e disarmato ma se questo vale per chi lavora all'interno di una scuola non può valere per l'istituzione che deve trovare una soluzione diversa rispetto all'allontanamento del problema. Sull'autismo e sui bambini autistici, anche in Italia, si sono avuti ottimi risultati attraverso la messa in atto di nuove terapie. La scuola ha l'obbligo di aggiornarsi a favore dei ragazzi e dei loro genitori.
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